Ormai da almeno 24 ore abbondanti il mondo del vino stava cercando battutacce che accomunassero la famiglia Allegrini con i termosifoni Riello: “L’amarone è un vino caldo” oppure “Allegrini Estates…ma d’inverno Riello” e via cantando.
Mi arriva adesso un comunicato che smaschera una di quelle che vengono chiamate fake news, affermando che niente è vero e che Riello non ha comprato né il 50% di Allegrini (come detto da alcuni giornali) né quote inferiori. Non ci sono state proprio vendite e trattative, negate da entrambe le parti.
Oltre a non essere né deluso né felice mi domando il perché di una così colossale topica da parte di giornali non certo della parrocchietta. L’angelo che è in me riconosce che l’errore è sempre dietro l’angolo e che la prima regola del giornalismo recita “le fonti vanno verificate”: Il demonietto che è in me invece si domanda quanta pubblicità gratuita abbiamo ottenuto i due marchi.
A entrambi (angelo e demonietto) piacerebbe sapere come è andata ma rimarranno delusi tutti e due.
Per me però un punto da sottolineare c’è ed è il fatto che oramai il mondo del vino “è cresciuto” e utilizza, anche se in maniera più rozza e dozzinale, gli stessi strumenti della grande comunicazione.
Aspettiamo sviluppi.