Quando una bravissima donna scala la vita e non soltanto Izoard o Galibier2 min read

Alessandra Piubello è una bellissima donna ma dovete scordarlo! E’ arrivata al vino dopo peregrinazioni importanti e pesanti, ma questo è servito solo a motivarla.

E’ addirittura ascetica nel suo modo di degustare, di approcciarsi al vino e questo, spesso, gliel’ho pure rinfacciato.

E’ talmente seria che mette il lavoro davanti alla salute.

La trovi al computer per Natale e per Pasqua e ciò mi fa pensare sia fatta di un materiale particolare, che solo poche persone hanno addosso.

Forse i togati della Confrérie des Chevaliers du Tastevin hanno percepito al naso questo materiale, come kryptoniani che sentono il profumo della verde kryptonite in Superwoman. Forse hanno semplicemente capito che una brava come lei in Italia, in Francia, nel mondo, non era facile trovarla.

Nell’unica foto che circola la vedo impettita che guarda con espressione decisa, soddisfatta ma leggermente di sfida il “Confrére” che sta rendendo giustizia  al mondo del vino, portandola a fare parte, prima donna in Italia ( e non so nel mondo, ma sicuramente non da meno di 84 anni) di un ordine fiabesco.

Cara Alessandra, non sai quanto sia felice in questo momento: sei riuscita a superarci tutti, a darci una vellutata “paga” e sempre e soltanto col sorriso sulle labbra e la timidezza innata a fare da paravento al tuo carattere di ferro.

Già ti immagino silente, quasi nascosta, tra le discussioni di francesi tromboniani che si crogiolano davanti a te, donna italica e quindi, per definizione “agnus”, posta, rispetto a imbiancati “lupus”, in “inferior”.

Poi dalla goliardia passerete alla degustazione e allora Superwoman lascerà le agnellose vesti per colorarsi di stelle (molte) e strisce (poche) e dimostrare ai francesi che ci sarà pure un motivo se, come dice Paolo Conte, “le palle ancor gli girano.”

Perché non sei “solo” Bartali, non hai scalato Izoard e Galibier ma la vita, cima molto più impervia e soprattutto più lunga e difficile da vincere.

Sono felice per te, te lo meriti.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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