I dodici euro di costo si ripagano già solo con la bibiografia nelle ultime pagine, dove le referenze su Brunello e Montalcino – limitate peraltro al cartaceo – superano abbondantemente le duecento unità: prezioso materiale di saccheggio per future tesi di laurea. Sono precedute da un’altro elenco essenziale, quello delle cantine di Montalcino, con telefono, mail e coordinate. Sono liste meticolose.
Del resto saltando indietro alla prefazione l’autore Stefano Cinelli Colombini, noto titolare di una delle più importanti aziende del territorio, la Fattoria dei Barbi, lo scrive in modo perentorio: “…qui troverete solo fatti documentati, non leggende.” Seguono le tre parti dello scritto principale: la Storia, i Protagonisti, i “Landamarks”. In questo corpo principale del testo lo stile è partecipato e assai gradevole da leggere, che rimane poi la ragione principale per tenere un libro in mano. Non che venga meno il rigore dei dati e delle fonti, anzi. Ma in più si percepisce il coinvolgimento sincero dell’autore nel voler trasmettere questi dati e queste fonti (i “ritratti a memoria” del sottotitolo).
La sezione Storia sorprende per la profondità all’indietro nel tempo, fra gli alti e i bassi, talvolta tragici, delle vicende del territorio. Si può avere un’idea dell’enorme importanza delle vie di transito: Cassia, Francigena, A1. Per rendere l’idea di certi numeri le “some” sono convertite in bottiglie, le lire in euro.
Le pagine di Protagonisti ospitano invece profili di singoli personaggi considerati determinanti per la città e per il suo vino in tempi più recenti. Alla fine di ogni profilo alcune righe sono dedicate a chiarire al lettore con quali motivazioni quel profilo è stato inserito, un particolare non da poco. Vi si trovano ritratti di personaggi dal carattere e dal vissuto più diversi. Chi legge da parte sua potrà rilevare certe assenze, il che nulla toglie alla schiettezza e all’onestà dell’esposizione. Cinelli Colombini inserisce l’importante figura di sua madre Francesca, per esempio, come uno fra i tanti ritratti. Nel relativo testo nomina in terza persona Stefano, cioè se stesso. Questo è lo stile.
I ritratti sono essenzialmente e prevedibilemente di produttori (pochi i viventi), ma in generale di chiunque abbia contribuito alla “costruzione” del mito del Brunello, gli stakeholders del territorio. Si possono ricostruire genealogie e parentele dei Costanti, dei Santi, degli stessi Colombini.

I landmarks, infine, sono i luoghi notevoli che il visitatore non dovrebbe mancare, fuori e dentro il paese: naturalmente l’Abbazia, poi castelli, chiese, palazzi, farmacie, musei e fattorie-museo. È la sezione “guida” del libro, laddove la guida è per i posti, con il vino in sottofondo.
Forse certe immagini, anche particolari, avrebbero potuto essere meglio valorizzate. Comunque alla lettura non c’è il rischio di annoiarsi. Volete sapere – che so – in quale azienda Edoardo de Filippo passò l’estate del 1983 a tradurre Shakespeare in napoletano? O com’è che la cittadina del Brunello si ritrova nel cognome del premio Nobel Rita Levi Montalcini? Quale storia erotico-sentimentale sta dietro la nascita della celebre Fiaschetteria italiana di Piazza del Popolo? Quanti abitanti contava Montalcino nel 1232? E il nome del geografo arabo che indicò Montalcino come “Monte del vino” nel 1154? Chi era chiamato, per tendenza politica, il “Conte rosso”? Quale produttore mise nel suo catalogo del 1857 un “Vin santo vecchio spumante del suolo Montalcinese”? E “Sega la vecchia”, cos’era? Si c’è tutto questo, e un bel po’ d’altro.
Stefano Cinelli Colombini
Brunello, Ritratti a memoria.
Luoghi, persone e storia di un mito
Seconda edizione – Fattoria dei Barbi Edizioni, 2021, Euro 12