Non voglio fare l’uccellaccio del malaugurio e premetto che non conosco i regolamenti UE in materia però, dopo aver letto l’ennesimo intervento di un ministro Croato su questo tema mi è venuta voglia di andare a guardare i termini della controversia Tokaji-Tocai del 2005, quella a cui molti si rifanno dicendo “Se in quel caso l’abbiamo preso in tasca noi, in questo vorrei vedere ci fossero problemi”.
Purtroppo rileggendo quanto venne scritto allora mi è venuta in mente la scena di quel film dove Proietti fa l’avvocato e “garbatamente”, leggendo vari capi d’accusa, sentenzia al suo cliente (interpretato da lui stesso) “Qui l’inculamo, qui l’inculamo ,qui te s’è‘nculano”.
Battuta pecoreccia a parte, andando a rileggere quanto scritto nel 2005 (che potrete trovare qui) mi sono venuti in mente alcuni punti piuttosto controversi che sintetizzo così:
- L’oggetto del contendere è diverso: nel 2005 l’Ungheria chiedeva che al nome di un vitigno/vino (simile ad una menzione ungherese esistente da secoli) che era diventato DOC da poco tempo (tempi relativi agli accordi UE) venisse proibito di essere usato in Italia . Qui invece stiamo parlando di due nomi di vini e pare (leggendo quanto dicono i croati) che il loro abbia più storia del nostro.
- Credo si debbano andare a vedere le postille dell’accordo Croazia- EU, quando il “problema” ProsěK non venne preso in esame Se vi si trovasse che il termine Prosěk esiste storicamente da secoli e in una denominazione croata da x anni, la cosa diventerebbe complessa. Se questo divenisse il fattore decisivo della controversia, dovremmo parlare di mossa maestra del governo croato, che ha tenuto nascosto l’asso fino all’ultima decisiva mano e di scarsa attenzione da parte del nostro.
- Purtroppo Prosecco non è un’uva (infatti è glera) ma una cittadina (con un vino che si chiama Prosekar…) e un marchio commerciale.
Insomma, sarà che quando si parte dicendo di spezzare le reni a X o Y non la vedo storicamente facile, ma (e spero di sbagliarmi di brutto) non credo che l’Italia abbia tutte le carte giuste in mano.
Ripeto, spero di sbagliarmi, intanto sperem.