Primitivo di Manduria ad elica?3 min read

La notizia è di quelle che colpiscono e ti fanno riflettere: è stato presentato da alcune aziende private un progetto per installare 63 torri eoliche da 3 megawatt l’una nel territorio del Primitivo di Manduria.

In attesa di sapere come si pronunceranno i cosiddetti organi competenti (comuni, provincia, regione) mi sembra giusto fare due riflessioni. Prima però un altro dato: una torre eolica da 3 MW può arrivare ad un “Diametro rotorico” di oltre 100 metri (dati ENEA). In altre parole le torri che dovrebbero piazzare nella zona di Manduria  dovrebbero essere sicuramente più alte  di cento metri e con pale attorno ai 35-40 metri.
Dei veri giganti quindi e metterne più di 60 in un territorio non certo vastissimo (i siti sarebbero già stati individuati ) può dare diversi problemi di impatto ambientale. Il primo è che in una zona pianeggiante come quella  le pale sarebbero molto di più che un cazzotto nell’occhio: si vedrebbero da lontano e per un territorio fotografato da tutti e famoso nel mondo per vigna e olivo non sarebbe certo un bel biglietto da visita. Ma ci sono anche altri fattori ambientali da considerare. Queste pale dovranno essere collegate tra loro o comunque collegate alle rete elettrica? Come sarà fatto questo collegamento? Sotterraneo, mediante pali tipo quelli dell’alta tensione o come? Si dovranno togliere vigneti e oliveti per fare spazio a questi giganti ed agli spazi per poterli far funzionare?

Queste domande sono legittime e i politici locali dovranno rispondere con chiarezza prima di dare qualsiasi permesso e, per quanto mi riguarda, seguirò la cosa con attenzione.

Detto questo non mi sento di recitare il ruolo dell’ambientalista a tutti i costi. Infatti l’energia eolica, di cui siamo i terzi produttori in Europa (Fonte ENEA) è energia pulita e relativamente a basso costo. Se vogliamo risolvere anche in parte i nostri problemi di approvvigionamento energetico, non possiamo dire NO e basta all’eolico, ma trovare il modo per  conviverci. Quindi usiamolo, sfruttiamolo ma con attenzione, non facendo soprattutto quello che sta accadendo col solare, perchè non si può sopportare la vista degli immensi “campi” di pannelli solari che deturpano e ( spesso rovinano) il terreno.

Quindi bel venga l’eolico ma perché tra i vigneti di Manduria? Non esiste proprio altro posto in Puglia che sia meno sotto gli occhi di tutti? Non è possibile trovare siti che vadano a toccare meno l’immagine collettiva di una campagna in sintonia con l’uomo e uguale a se stessa da moltissimi anni?

Se i politici locali cominciassero seriamente a pensare ad un piano eolico regionale, indicando chiaramente secondo quali parametri ambientali ed in quali zone si possano impiantare giganti alti più di cento metri, forse la discussione potrebbe essere anche costruttiva.

In definitiva: forse tra i vigneti del Primitivo di Manduria non è il caso di mettere pale eoliche ma sicuramente da qualche parte andranno messe: si inizi il dibattito.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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