I primi 50 anni del Verdicchio di Matelica DOC3 min read

Mi piace iniziare con un aneddoto sul carattere dei marchigiani che vivono nella zona di Matelica.

Nella giornata per il 50° della DOC Verdicchio di Matelica, apre il pranzo una bellissima tavolata di salumi e formaggi: un prosciutto fantastico fa bella mostra di sé e io inizio a parlare con il produttore che personalmente lo affetta.

Così il signor Bartocci mi racconta come stagiona i suoi prosciutti e mi dice che molti suoi colleghi hanno ancora delle vecchie grotte che da sempre hanno utilizzato a questo scopo. Accenna al collega Calabrò di Visso, che a sua volta sta servendo i suoi salumi, che possiede una di queste grotte la cui temperatura e umidità permettono una stagionatura perfetta. Poi con semplicità disarmante mi dice: “Il terremoto gli ha distrutto la grotta e allora io gli ho offerto di trasferirsi da me per tutto il tempo che ne avrà necessità. Alcuni si sorprendono perché siamo concorrenti, ma lui per me è prima di tutto un amico e lavorare insieme è un piacere”.

Il terremoto è spesso citato nell’arco della giornata, sia dai produttori di Verdicchio di Matelica e di altri prodotti enogastronomici, sia dal sindaco e dagli assessori che si alternano a salutare gli ospiti. Un tragico evento che ha toccato tutti, ma non si percepisce scoramento e il sindaco afferma: “Ricostruiremo con l’aiuto dello Stato, ma anche con le nostre forze, perché continuiamo a vivere questa terra.”

La capacità di lavorare insieme è quello che trapela anche dai 13 produttori che fanno parte dell’Associazione che ha organizzato la giornata, attraverso le parole del suo presidente Umberto Gagliardi titolare dell’omonima cantina.

Il presidente della cantina  Belisario, Antonio Centocanti, presenta la sua cooperativa dicendo che essa ha il ruolo principale di fare da volano qualitativo, tecnico, economico e sociale dell’intero territorio. Vorrei far presente alle cantine sociali i cui presidenti leggendomi dovessero sorridere sarcasticamente, che quando lui ha preso in mano la Belisario l’azienda era ormai in stato fallimentare e adesso invece funziona anche da un punto di vista economico.

Purtroppo la giornata è impostata in modo divulgativo e non tecnico-degustativo, per cui l’assaggio professionale è stato solo quello di quattro vini di annate diverse (2016-2014-2013-2008), con l’obiettivo di dimostrare che il Verdicchio di Matelica ha un’ottima capacità di invecchiamento.

In effetti il 2014 ed il 2008 ne erano una chiara dimostrazione, ma comunque insufficiente per farne un resoconto attendibile.

I vini dei 13 produttori si sono potuti assaggiare solo durante i pasti e quindi non mi è possibile dire molto se non che l’impressione è quella di caratteri enoici  molto personali, acidità buone che sottintendono alla possibilità di un lungo invecchiamento. Nei primi anni invece ne fanno una tipologia di bianco adatto all’abbinamento con piatti abbastanza corposi, grazie ad una struttura abbastanza importante che non è a discapito di bei profumi, in gioventù non  molto complessi.

Mi è sembrato chiaro che la giornata fosse organizzata per fare una vera e propria festa, complice la suggestiva cena con quasi 200 persone presenti (un plauso al catering dell’Osteria del Grillo e ai sommelier che hanno servito 7 piatti e 13 vini in meno di 3 ore!), ma forse in questo caso la presenza di stampa specializzata era poco funzionale all’obiettivo.

Noi di Winesurf abbiamo comunque degustato a Jesi presso l’IMT alcuni Matelica (di cui troverete i risultati qui) ma ci piacerebbe  degustare i vini di tutti i produttori durante una degustazione in zona Matelica.

A proposito di “zona Matelica” e senza voler fare gli sboroni ma proprio a supporto di necessità primarie, suggeriamo l’accoglienza in strutture un po’ meno stile “settimana estiva degli scout”.

 

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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