Orvieto, Guida vini 2023-2024. Procanico e grechetto: due vitigni degni di grande fiducia2 min read

Anche se il miglior Orvieto e Vino Top dei nostri assaggi  ha come uva percentualmente più rilevante il procanico non c’è dubbio che il vitigno più importante per questo territorio è rappresentato dal Grechetto. Nella dicotomia procanico-grechetto possiamo leggere il passato, il presente e il futuro di questa denominazione e di questo territorio, anche se la DOC permette l’utilizzo di uve alloctone, come sauvignon e chardonnay.

Ma sono questi due vitigni che, specie in momenti di innalzamenti e variazioni climatiche importanti, riescono a reagire meglio di altri e a creare quel “sostrato” su cui questa denominazione continua a crescere.

Il termine crescere è stato scelto con cura, perché in effetti il numero di aziende che producono Orvieto di buona/ottima qualità è sempre più alto. Dieci/quindici anni fa erano non più di tre, ma oggi il numero è più che raddoppiato e ogni anno troviamo qualche bella sorpresa.

Quest’anno, accanto ai Superiore abbiamo trovato anche degli Orvieto /Orvieto Classico di bel nerbo e profondità, segno che si può lavorare bene anche producendo vini dal prezzo veramente concorrenziale e comunque ben al di sotto dei 10 Euro in GDO.

Gli Orvieto 2022 degustati si sono mostrati sapidi e per niente maturi, anzi con aromi abbastanza aperti e piuttosto complessi: l’annata calda non ha colpito più di tanto e questa è una riprova di quello che dicevamo sopra su procanico e grechetto.

Oramai è chiaro c
Orvieto visto dalle colline

Un solo Vino Top, ma la stragrande maggioranza dei Superiore si piazza sopra la soglia delle 3 Stelle e quest’anno abbiamo avuto dei buoni risultati anche dai vini IGT che si producono nel territorio.

Un risultato indubbiamente soddisfacente quello del nostro assaggio a Consorzio dei Vini Orvieto, che ringraziamo per (come sempre!) la perfetta organizzazione della degustazione. Vogliamo ringraziare anche il meraviglioso Duomo di Orvieto, che vale da solo il viaggio da qualsiasi punto della terra: anche solo una fugace occhiata ti  mette nelle condizioni migliori per assaggiare i vini di questa terra.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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