Odazi e Curiazi2 min read

Le mie competenze in campo economico sono praticamente pari a zero e per questo non mi sono permesso di intervenire sul tema dei dazi che Trump sta (con ripensamenti eventuali) imponendo all’universo mondo e in particolare all’Unione Europea e alla nostra Italia. Forse due o tre nozioni di storia invece mi sono rimaste attaccate e così ho pensato a quella “storica leggenda” degli Oriazi e Curiazi.

Vi ricordate? Tre fratelli romani e tre di Albalonga vengono fatti combattere per decidere l’esito della guerra: dopo il primo scontro due Oriazi ( romani) muoiono e ne resta solo uno che fa finta di fuggire per far si che i tre Curiazi, feriti in vario modo, lo inseguano distanziandosi e così riesce a fare tre combattimenti distinti uno contro uno e a vincerli tutti.

Il messaggio è chiaro: non so se uniti si vince ma sicuramente da soli si perde, specie contro un nemico sano e in forze.

Portando questo messaggio ad oggi mi sembra chiaro che correre da soli e andare ad elemosinare condizioni particolari per un singolo stato porti solo a quello che il “l’Odazio Trump” vuole, cioè dividere chi unito poteva dargli filo da torcere.

Lo stesso se si pensa di strappare condizioni favorevoli per un settore a scapito di altri: per esempio pensare di far abbassare i dazi solo sul food and wine, magari a scapito del settore high tech, automobilistico o altro.

Insomma, se l’Europa deve restare unita in crisi come questa anche il mondo del vino non può e non deve chiedere condizioni particolari. Tutto questo naturalmente se “l’Odazio Trump” manterrà quello che ha detto. A proposito, forse procrastinare, annunciare un giorno una cosa e il seguente un’altra potrebbe far parte della strategia “del distanziamento” tra i vari Curiazi che lo rincorrono o, come ha elegantemente affermato, vogliono baciargli il culo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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