Non mando i campioni alla guida dell’Espresso! Assurdo.3 min read

Come ho già scritto, venerdì 4 aprile ho vissuto in diretta la “quasi” resurrezione del vino italiano. Stavo parlando con il Presidente Federdoc quando gli telefonò il ministro De Castro per avvisarlo che il vino all’acido muriatico e tutta la tempesta creata dall’Espresso con il servizio “Velenitaly” era, in definitiva, una bufala. In breve i vertici di Federdoc si riunirono, me presente, e potei assistere ad una serie infinita di stati d’animo: sollievo, rabbia, allegria, tristezza. Tutto questo nell’arco di pochi minuti: ovviamente questo clima era accompagnato anche da frasi più o meno pesanti nei riguardi della stampa (o magari di certa stampa). La più gettonata, quella che andava di bocca in bocca era “Gli togliamo tutta la pubblicità, così vedono!”.
Questo a caldo, ma anche a freddo la posizione di molti consorzi ed aziende vinicole sembra quella di estromettere il gruppo Espresso dai loro budget pubblicitari futuri . Posso capire ed anche appoggiare una tale posizione, quello che non riesco proprio ad intendere è il decidere di non mandare più i campioni di vino per la guida dello stesso gruppo editoriale.
Vediamo di fare chiarezza: nel giornalismo ogni articolo viene firmato da chi l’ha fatto. I nomi in calce a quegli articoli “incriminati” non erano quelli di Ernesto Gentili, Fabio Rizzari e Enzo Vizzari. Non mi risulta inoltre che i colleghi che hanno firmato i pezzi pubblicati dall’Espresso partecipino alla stesura della guida vini. Hanno grosse colpe inoltre sia il direttore della testata, sia i massimi responsabili del gruppo, che tra l’altro si sono guardati bene dal far sapere e magari commentare ai colleghi suddetti (che sicuramente avrebbero potuto far capire la cantonata che stavano prendendo….) quanto riportato su quel numero dell’ Espresso. Per questo confermo di ritenere giusto il taglio pubblicitario, ma sul resto non vedo proprio il contendere.
Da una parte troviamo i responsabili di una guida, persone serie e capaci, all’oscuro di quanto fatto dal giornale capofila del gruppo, che si sono visti franare addosso un mondo. Dall’altra ci sono quelli che hanno veramente toppato su tutta la linea. Chi deve essere punito: secondo chi non vuol mandare i campioni, naturalmente i primi! Come vedete la cosa è illogica. Posso capire che, in un momento di rabbia si possa anche dirlo, ma spero bene che i produttori italiani dimostrino quella maturità a cui hanno fatto appello sin dal primo momento di “Velenitaly”.
Guardatela anche da questo punto di vista: da una parte gli togliete la pubblicità mentre dall’altra, mandando i campioni, “costringete” a lavorare persone stipendiate dall’Espresso. Quindi obbligate la casa editrice a sborsare denaro a fronte di non introiti….cosa volete di più?
Chiudo precisando: non ho mai partecipato alla stesura della guida vini dell’Espresso, non ho mai chiesto di parteciparvi, non ho intenzione di farlo in futuro.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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