Nizza ed Asti: largo alle (barbera) giovani!3 min read

Forse qualcuno si ricorderà che il nostro articolo sul Nizza, piccola zona dell’astigiano dove la Barbera è  i il vitigno principe, non aveva riportato i risultati degli assaggi. Infatti, pur parlando dell’annata 2005, i vini ci erano sembrati  troppo giovani ed eravamo sicuri che qualche mese di bottiglia in più sarebbe sicuramente servito. Del resto il web, con tempi di pubblicazione praticamente immediati, ci permette di fare questo..perchè non sfruttarlo! Così negli  ultimi giorni dello scorso dicembre si è riunita una commissione di ri-assaggio“straordinaria” di Winesurf per degustare barbera ( e non solo, anche vini dolci altoatesini )  Nizza 2005, a cui abbiamo aggiunto le  Barbera d’Asti del 2006 e 2007 delle stesse aziende che producono anche il Nizza. In particolare quelle del 2007 erano le cosiddette barbera d’Asti “base”, quelle senza alcun apporto di legno ed appena uscite in  commercio.

Iniziamo comunque dal Nizza: anche se alcuni mesi in più hanno fatto bene a diversi vini, non possiamo innalzare grida di giubilo. Su 29 vini degustati solo 10 hanno avuto risultati buoni ( un 4 Stelle e nove 3 Stelle) mentre gli altri 19 sono andati dalle 2 stelle (15) ad 1 ( 1),  addirittura con 3 vini esclusi per problemi evidenti. Questo non è certo un bel risultato complessivo ma può avere alcune scusanti. In primo luogo un’ annata non certo eccezionale per fare delle Barbera importanti. La vendemmia  2005 è stata caratterizzata da vini a cui spesso mancava sostanza e polpa. Il fatto poi che la barbera è scarsa di suo di sostanza tannica, ha portato ad un’accentuazione di questo vuoto, dove purtroppo l’uso del legno piccolo non solo non è riuscito a riequilibrare le cose ma le ha complicate, creando vini in alcuni casi anche molto scomposti.
Inoltre l’estrema giovinezza della denominazione, con l’euforia che l’ha accompagnata, ha forse portato a voler cercare il grande prodotto  sin da subito, per sfondare in un mercato sempre più ingolfato di nuovi vini e nuove DOC. Comunque una decina di aziende valide ci sono e crediamo che da questo nucleo si possa arrivare a risultati sicuramente migliori. Ne abbiamo avuto un segnale assaggiando Le barbera d’Asti del 2006, che ci hanno presentato un’annata, a nostro avviso, molto più adatta per la tipologia Nizza. Vedremo quindi tra qualche mese se con la vendemmia 2006 se questa piccola ed agguerrita denominazione avrà fatto  dei passi avanti.

Veniamo adesso  a quelli che dovevano essere vini di “contorno” e  invece hanno dato risultati di ottimo livello. le Barbera d’Asti 2006,  Superiore e non, ci sono piaciute quasi tutte. Vini ben fatti, equilibrati, freschi: senza voler cercare la luna nel pozzo! Dotati di profumi meno colpiti dal legno e di una struttura armonica e “barberosa” hanno sfiorato in più casi le 4 stelle. C’è arrivata invece una barbera del 2007 a testimoniare l’assunto che questo vitigno, se ben coltivato, ha bisogno di ben poco per emergere. Ha profumi intriganti, freschezza e bevibilità da vendere: cosa volete di più? Controllate gli assaggi: diverse cantine hanno ottenuto punteggi maggiori con i vini base che con quelli “importanti”. Vorrà dire qualcosa?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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