Negroni: from Ischia with love!1 min read

“Se il drink che si mette in RTD (Ready To Drink ndr) ha una parte acida, questa va sostituita con gli acidi alimentari (tartarico, malico, citrico) che andranno a simulare il giusto livello di sour senza portare una componente deperibile”. A risponderci da Dubai è Francesco Galdi, Food & Beverage manager del gruppo Buddha Bar.

Un inizio tecnico per una risposta a un fenomeno tutt’altro che banale: i cocktail Ready To Drink premiscelati, preconfezionati, pre…meditati.

“Noto che i drinks ‘spirit forward’ se messi in RTD sono ancora meglio della loro versione espressa – prosegue Galdi – gli ingredienti si affinano ed integrano ancora meglio”.

Prodotti esplosi con la pandemia grazie al delivery ovunque e comunque, i drink RDT non sono tutti meritevoli dei vostri happyhour, a mia modesta opinione, però il Negroni preparato e spedito da Cocktaileria del Golfo ci ha fatto dimenticare per qualche sorso il distanziamento fisico e ricordato il rumore del ghiaccio tra bancone e shaker, anche se, come dice Galdi: “RTD è sicuramente un’interessante finestra di business, ma l’esperienza bar ha quel qualcosa di magico che la rende insostituibile: il fattore umano”. Amen.

Barbara Amoroso Donatti

Appassionatissima di vino e soprattutto “liquidi con qualche grado in più”. Punto di riferimento del giornale per tutto quanto riguarda il mondo dei superalcolici.


LEGGI ANCHE