Mario Crosta è morto2 min read

Leggo su Lavinium una notizia tristissima, la morte di Mario Crosta. La cosa mi prende completamente di sorpresa perché, oltre a non essere molto anziano aveva una vitalità e una verve da ragazzino di 20 anni.

La nostra amicizia è iniziata molti anni fa sul web, perché Mario era l’impaginatore (e anche paziente correttore) degli articoli che scrivevo per un giornale online che adesso non c’è più. Cominciammo a scriverci e ci trovammo molto vicini sia per fede politica che sportiva: entrambi di sinistra entrambi interisti sfegatati.

Ci siamo promessi per anni di incontrarci, ma lui per lavoro e poi per famiglia viveva in Polonia e quindi non l’abbiamo fatto sino a pochi anni fa quando, trasferitosi a Montalcino, faceva il responsabile per il Museo del vino alla Fattoria dei Barbi. Mi accolse con in testa un berretto interista e ci abbracciammo a lungo, ognuno trattenendo le lacrime.

Poi ci siamo rivisti altre volte ma soprattutto ci sentivamo sul web, dove era sempre molto deciso e anche scomodo nelle sue affermazioni. Per me aveva sempre parole dolci, mi chiamava Carlou, associando il mio nome al Mourinho del Triplete e questa cosa mi ha sempre fatto sorridere ma sotto sotto mi piaceva tanto.

Era un uomo diretto, un Compagno (lo scrivo con la C maiuscola) d’altri tempi, con idee molto chiare e spesso in controtendenza. L’ultimo messaggio che ci siamo scambiati è del 22 settembre.

Lo voglio ricordare con quel cappello interista in testa, mentre mi abbraccia con la gioia dipinta sul volto. Ti avevo fatto una foto in quel momento ma, mannaggia e me non la ritrovo e così rubo una tua foto all’amico Roberto Giuliani.

Ciao Mario, che la fredda terra della Polonia ti sia lieve.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE