Mantonico Passito 2005 Locride Igt, il gusto dolce della Calabria2 min read

Voglio raccontarvi di una Calabria che vo scoprendo, sedotto. Dici vino dolci e pensi subito Sicilia mentre qui, sullo Jonio, a Bianco nella Locride, lungo fantasmogoriche spiagge bianche carezzate dal mare e dal cielo azzurri e luminosi, nasce un nuovo sapere dalla cultura antica.
L’ho trovata, io ghiotto di fichi secchi ripieni, nel mio ormai quasi ventennale girare attorno al Cirò, ma poi sempre più evidente, buonissima, starei per dire dolcezza da palato arabo, senza mediazioni.

Da Mantonico no. Mai mi era sinora successo. Poi, a questo Vinitaly, il primo incontro con il 2005 dell’azienda Ceratti, agriturismo vero, azienda nata negli anni ’60 da Umberto, gestita oggi dal figlio Pasquale e dal figlio Umberto: oltre 150 ettari di cui quindici coltivati a greco di Bianco e, appunto, a mantonico. Mi piace l’idea di vigneti coltivati tra ulivi, agrumeti, ortaggi, e poi la vinificazione con la tecnica di appassimento sui graticci. I Ceratti da anni si sono specializzati nella produzione di vino dolce, vantano quattro etichette, due di Bianco e due di Mantonico divisi in etichetta gialla e affindato in barrique.
La resa per ettaro si aggira sui cento quintali, ma alla fine la resa dell’uva dopo l’appassimento si aggira a meno della metà, ossia 45 quintali.
Complessivamente parliamo di una produzione molto limitata, appena 30mila bottiglie in tutto, di cui 6000 di Mantonico nelle due versioni.
Il rischio del vino dolce, lo sappiamo, è la banalizzazione da zucchero, la stucchevolezza piaciona, tanto più evidente quando non c’è artigianato, manualità contadina. Qui però subito dimenticata da un naso ricco di nuances molto intriganti di mandorla e pasta di mandorla, agrumi canditi (bergamotto e cedro), notarelle balsamiche e mentolate. Sembra di entrare in un antico negozio di coloniali.

In poche parole un naso fresco, appassionante. In bocca l’attacco è ammaliante, la beva, non eccessivamente alcolica (siamo sopra i 13 gradi più tre) scorre molto gradevole grazie alla decisa freschezza preservata dal sole calabro, dall’esposizione a Sud dei vigneti e dalla vinificazione. Chiude bene, persino con una nota amarognola di mandrola, dopo aver ritrovato fichi e datteri secchi. Aiuta la frutta il gioco tra venti freschi dell’Aspromonte e le brezze marine.
Qui, dove l’Italia sembra finire e perdersi nel Mediterraneo arcaico, vive questo vino ambrato. Buono, saporito. Andatelo a trovare.

Uva: mantonico e greco di Bianco
Fascia di prezzo:14-16 euro per 50 cl
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Sede a Bianco, Contrada Palazzi. SS. 106 Jonica.
Tel. 0964.913073, fax 0964.992190.
www.agriturismoceratti.com.
Uve coltivate: greco e mantonico.
Bottiglie prodotte: 30.000.
Ettari: 100 di cui 15 vitati.

 

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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