Libero ed Emanuela: dove sono gli assassini??2 min read

Winesurf non è divenuto un giornale di cronaca nera, ma certe cose è bene cercare di non dimenticarle.Nell’Italia di oggi ci sono omicidi con arresti e dichiarazioni del PM in diretta e omicidi che vanno nel dimenticatoio senza arresti e colpevoli. Il caso di Libero Masi e di sua moglie Emanuela è purtroppo uno di questi.

Credo che qualcuno, in questi giorni si sarà domandato “Anche Winesurf ha dimenticato Libero?” tranquilli, non ce lo siamo scordati il nostro amico Libero. Abbiamo solo rimandato di qualche giorno il ricordarlo per permettere anche a chi di voi non ne ha mai sentito parlare e magari era in ferie per questo lungo ponte, di conoscere il caso e ricordarlo assieme a noi.

In breve i fatti. La notte del primo giugno 2005 l’avvocato Libero Masi, e sua moglie Emanuela Cheli vennero uccisi nella loro casa di Nereto. Nessuno è mai stato incriminato per il duplice assassinio.

Libero, aldilà della sua professione, era uomo di grande cultura e dai molteplici interessi tra i quali, al primo posto,  c’era l’enogastronomia. Questo l’aveva fatto diventare responsabile Slow Food per l’Abruzzo ed in quella veste l’avevamo conosciuto. Era stata un’amicizia a prima vista e del resto con Libero era impossibile non essere amici, disponibile, sincero e altruista com’ era.

Quest’amicizia si è interrotta la notte del primo giugno 2005 quando lui e sua moglie vennero uccisi in maniera che definire barbara è dir poco, nella loro casa a Nereto, in provincia di Teramo.

Nereto è un paesino di poche anime, dove non vola una mosca senza che tutti lo sappiano, eppure nessuno ha visto e sentito niente della vera e propria mattanza dei coniugi Masi ed in questi sei anni gli inquirenti non sono riusciti a trovare una traccia che li portasse agli assassini, tanto che lo scorso anno il caso è stato archiviato.

Ho esaurito da tempo tutte le parole per classificare l’incredibile incapacità dimostrata in questo caso dalle forze dell’ordine e quindi mi limito solo a sottolineare la stranezza di un caso che aveva tutte le caratteristiche per appassionare il pubblico e tenere sotto torchio gli inquirenti ed invece non solo non è stato risolto, ma è anche caduto nel dimenticatoio.

Noi però Libero lo ricorderemo sempre perché certe persone è impossibile dimenticarle.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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