Fresche” bolle” alpine, profumate di frutta bianca matura (mela e pera soprattutto) e un alito di fieno: uno spumante delicato ma non molle, di gioiosa effervescenza, davvero piacevole. Ricorda un po’ lo chenin, ma proviene da un raro (appena una ventina di ettari, ) vitigno autoctono dell’Alta Savoia, il gringet.

Messo sulle sue pista dell’amico Florian, questa varietà, a lungo confusa con il savagnin (ma il test DNA di Vouillamoz lo esclude), forse parente della molette di Seyssel, nel Bugey, e probabilmente discendente-con molte altre- dell’onnipresente gouais, è stata per me una scoperta.

Utilizzato soprattutto per la produzione di spumanti metodo classico, come quello di cui parlo, del compianto Dominique Belluard, che fu artefice della sua riscoperta e prematuramente scomparso due anni fa, può davvero sorprendere anche nelle rare versioni ferme, come il magnifico-e costoso- Le Feu.
Con solo 3 g/l. di dosage e almeno 18 mesi sui lieviti (il doppio della maggior parte degli altri spumanti savoiardi), Les Perles è un ottimo compagno, anche per le calde serate estive (28-30 euro).