Lega di Delo: le due strade3 min read

Decido di rendere pubblici gli avanzamenti dei lavori sul progetto “Lega di Delo” (vedi) e (vedi)  per almeno due motivi. Credo che i nostri lettori debbano sapere cosa sta bollendo in pentola ed eventualmente dire la loro, inoltre così non faccio disparità tra un collega e l’altro, o magari rischio di scordarmene qualcuno (cosa regolarmente successa).

Che non fosse facile lo sapevo ma speravo che i problemi più grossi venissero più avanti e fossero quasi tutti legati a far quagliare il gruppo. Invece, dopo aver letto e riletto i commenti, i consigli, i dubbi, le incertezze e le proposte (non solo via mail ma anche a voce durante le recenti anteprime) ho deciso di incentrarmi sul primo, per me, dei problemi:  quello di capire cosa volevano dire i mooooolto più tecnici di me quando parlavano di una piattaforma unica su cui dover confluire.

Ringrazio quindi Filippo Ronco e Fabrizio Penna per aver introdotto l’argomento tecnico come “primus inter pares”, anche perché è quello che va a toccare direttamente il portafoglio. Le loro annotazioni però non riuscivano a fare breccia nella mia profonda ignoranza tecnica e c’era il rischio che capissi fischi per fiaschi o che assolutamente non ci capissi niente.

Per questo ho parlato a lungo con chi ha curato la parte tecnica e la grafica di Winesurf e adesso provo a spiegarmi ed a spiegare le possibili vie da intraprendere.

Se ho capito bene, per riuscire a pubblicare una parte dei nostri giornali/blog/siti in crittato, “federare” i pagamenti e creare una specie di “Sky del Web”  le strade possibili sono due.

La prima è quella che potrei definire “privata”.


Ogni partecipante contatta il proprio webmaster e crea codici di crittatura personali. Dopo di che occorre che ognuno crei un collegamento tra il suo sito ad una pagina “madre” dove c’è l’elenco dei giornali/blog/siti partecipanti. Questa pagina “madre” non serve solo da elenco ma anche da contatore.
In pratica con questo sistema il lettore x che vuole leggere il mio articolo y, al momento in cui ci cliccherà sopra verrà reindirizzato alla pagina madre. Se ha già la tessere prepagata (non si parla  più di abbonamento ma di tessere a scalare) clicca sul mio sito sulla pagina madre, inserisce le password ed accede al crittato.

 

L’altra possibilità è quella di cui parlavano Filippo Ronco e Fabrizio Penna e che io stentavo a capire.

 Si tratta in pratica di creare un “supersito” dove ognuno di noi confluirà. Tanto per darvi un’idea, una specie di questo, www.post.it. I miei tecnici  hanno detto  in pratica che mettendo assieme i costi singoli di ogni crittatura si ottiene una cifra che permetterebbe di creare un ipermegasito. Il problema di questo supersito è che, anche se manterremmo il nostro logo, la nostra libertà di scrittura e programmazione perderemmo la nostra grafica, uniformandoci ad “una per tutti”.

La prima idea si scontra su problemi tecnici e costi indubbiamente alti, la seconda su una “perdita di identità” che io per primo stenterei a digerire, figuriamoci se poi si tratta di proporla ad altri.

Spero di essere stato chiaro perché a questo punto vorrei sapere da voi (in particolare dai colleghi interessati) se queste risultano anche a voi le due “macrostrade” da percorrere o se ce ne sono altre.

Insomma….parliamone velocemente!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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