La Topa detopizzata e gli altri prodotti allo studio della UE dopo il vino senz’alcol3 min read

Dopo aver proposto il vino senza alcol la Commissione Europea è andata avanti con un pacchetto di proposte che puntano a creare nuovi sbocchi per prodotti, beni e anche problematiche sociali che fino ad oggi sono stati in maniera miope visti a senso unico. Allo scopo sono stati consultati esperti su varie materie per poter gestire al meglio il cambiamento che allargherà sia la fruizione e il mercato di questi “prodotti”, sia ammorbidirà non di poco alcune tensioni sociali.

In collaborazione con il Vernacoliere di Livorno: la Topa detopizzata

Uno dei maggiori esperti mondiali di marketing della Topa (in maiuscolo) è sicuramente il Vernacoliere, mensile livornese che sulle sue pagine è riuscito a mitizzarla. Ai redattori del giornale e al direttore Cardinali si è rivolta la Commissione Europea per trovare un prodotto che faccia arrapare come mandrilli schiere di aderenti al sesso maschile  ma non abbia le controindicazioni classiche (corteggiamenti, cene, regali, sforzi fisici con relativi rischi per la salute e costi per la comunità) e naturalmente porti a soddisfazioni nettamente inferiori, fortemente edulcorate per non dire quasi azzerate in modo da lasciare spazio per una eventuale crescita futura puntata sul morigerato concepimento. Pur non disprezzando nessuna fetta di mercato si pensa in particolare alle fasce degli under 6 (gira già una proposta sul marchio: “ImBarbie”) e degli over 80: per i primi potrebbe essere propedeutico, per i secondi che, memori del passato, sarebbero felici anche solo di annusarla… figuriamoci.

In collaborazione con la FIAT: L’automobile deautomobilizzata

Avendo per anni prodotto auto che niente avevano a che fare con l’idea di automobile, come la Palio e l’Arna, la UE è andata botta sicura nel cercare un partner per creare un  prodotto che si chiami automobile ma non ne abbia più le caratteristiche peculiari. E’ allo studio il modello Yabadabadoo, cioè una scatoletta vuota utilizzabile solo grazie al “pilota” che può spingerla o, ancor meglio, entrarci dentro e farla viaggiare come viene fatto nei cartoni animati degli Antenati.

In collaborazione con UEFA e FIFA: Il Calcio decalcizzato

Le recenti sollevazioni popolari dovute alla Superleague hanno aperto gli occhi ai politici europei, dimostrando che c’è sempre più bisogno di uno sport che non infiammi gli animi e crei disordini, ma all’opposto porti solo a soddisfazioni e tranquillizzi miliardi di persone. I primi esperimenti verranno fatti proprio con il Calcio. In primo luogo si è pensato ai problemi relativi alle trasferte: costi, utilizzo in massa di polizia per dividere le tifoserie, incidenti comunque difficilmente evitabili e loro ripercussioni sociali.

Così la prima idea allo studio è quella di un campionato giocato solo tra le mura del proprio stadio: ogni squadra scenderà in campo ma da sola, e così vincerà facilmente la partita e il campionato, naturalmente a pari merito. Ci potrebbero essere problemi per quanto riguarda i derby ma sono allo studio soluzioni adeguate. Una seconda idea su cui si sta lavorando è quella di giocare con le due squadre nello stesso stadio ma senza pallone o con 100 palloni, in modo che le partite possano finire tutte 0 a 0 oppure 451 a 437, così da soddisfare da una parte gli amanti della tattica e dall’altra coloro che nel calcio vedono solo la finalizzazione.

In collaborazione con i Ministeri dell’Istruzione delle varie nazioni europee: i libri scolastici delibrizzati

Oramai è chiaro che la scuola così non può andare avanti e il problema principale è sotto gli occhi di  tutti: il costo dei libri di testo! Impossibile da sostenere dalla stragrande maggioranza delle famiglie, senza sottovalutare i problemi fisici per dei giovani costretti a portare caterve di libri sulle spalle in zaini sempre strapieni. Per questo si è pensato una soluzione geniale: un libro unico, piuttosto piccolo, composto solo da pagine bianche. I vantaggi sarebbero innumerevoli: facilità di trasporto, costi praticamente azzerati, tempi ridottissimi per svolgere i compiti a casa e per studiare, nonchè grande sviluppo della fantasia personale visto che ogni studente, oltre a crearsi regole proprie per ogni materia, potrà anche inventarsene delle altre, come  la sedutologia applicata che insegna l’arte di sedersi o l’educazione cavica, dove si impara a fare buchi perfettamente rotondi nel banco.

In conclusione mi viene da pensare che il vino senz’alcol esiste già e da anni viene commercializzato. Quindi, di cosa stiamo a parlare?

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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