La Stampa estera a portata di clic: Bourgogne Aujourd’hui, gennaio-febbraio 20162 min read

Il titolo principale di copertina  è dedicato al film di Cédric Klapish. “Le Vin et le Vent”, nel quale  è protagonista Jean-Marc Roulot, noto vignerons  autore di grandi bianchi della Côte-de-Beaune.

Altri titoli: il Palmarés 2015 dei Borgognoni dell’anno, la Guida agli Acquisti (Volnay-Pommard 20’12-3 e crus del Mâconnais).

Apre il numero l’Édito di Christophe Tupinier sui 10.000 vini raggiunti dal data-base di Bourgogne Aujourd’hui, poi: l’arretramento della Flavescenza Dorata,il flagello annunciato: non ancora completamente sconfitta, ma in decisa flessione, la nomina di Guillaume D’Angerville al posto di Aubert de Villaine alla Presidenza  dei Climats borgognoni, il rilascio di Thibault LIgeer-Belair, vigneron ribelle.
Eccoci al film di Klapisch, “Le Vin fait son cinéma”, con una intervista al regista.

A seguire un servizio fotografico sul risveglio della vigna  nel cuore dell’inverno, poi  le degustazioni.

Sono tre: Pommard e Volnay delle annate 2012 e 2013, annate molto sofferte a causa della grandine, ma con risultati qualitativi nel complesso confortanti; i Crus del Maçconnais  del 2013, l’anno “miracolato” , che ha dato vini di grande concentrazione e  freschezza; l’ancora poco conosciuto Irancy, il rosso della Yonne.

Seguono un servizio dedicato ai vini del Domaine William Fèvre e a una degustazione di due suoi crus: Bouguerots e Vaulorent dal 1998 al 2014,  e la “rivoluzione” al Domaine Joblot, nel quale , a Jean-Marc, subentra la figlia Juliette ( 2012 il “suo” primo millesimo), accompagnata da una verticale dio Givry Cellier aux Moines dal 1985 al 2014.

 

Eccoci al Palmarés delle personalità del vino borgognone nel 2015, con  Erwin Faiveley (Domaine Joseph Faiveley) e Patrick Landanger (Domaine de la Pousse d’Or)  vignerons investitori . Per finire: le migliori bottiglie degustate nel 2015, la gastronomia (i vini per la trota), i libri.

Bourgogne Aujourd’hui, n. 127,   Janvier-Février   2016, € 6.00

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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