Oramai Il nostro Pasquale vive in simbiosi con il primitivo. Ha fatto anche parte della commissione di assaggio per l’attribuzione della DOCG al Primitivo Dolce Naturale. Ce ne parla in quest’articolo.
Media altissima (oltre 87 punti) per il Primitivo Dolce Naturale nella degustazione fatta dalla commissione ministeriale per l’attribuzione della DOCG. Questa ha preceduto di poche ore l’audizione pubblica con cui si è concluso il lungo iter burocratico. L’acquisizione della DOCG è senz’altro un fatto positivo per tutto il comparto e premia quanti hanno creduto in questo particolare prodotto. E’ un riconoscimento del particolare pregio e della rinomanza che negli anni questo vino ha acquisito, grazie ad una concomitanza di fattori naturali e storici.
Sarebbe però un errore lasciarsi prendere dal facile entusiasmo e pensare che la semplice apposizione della fascetta sul collo delle bottiglie, darà da sola maggiore valore aggiunto. Per quel che ne sappiamo nessuna attribuzione di DOCG è servita da sola a far salire le vendite.
L’acquisizione della “G” deve essere interpretata come un ulteriore stimolo a produrre sempre meglio piuttosto che una ratifica di una qualità consolidata. Il pallino, per così dire resta nelle mani dei produttori ed in quelle istituzioni che ad essi si affiancheranno con strategie di mercato capaci di promuovere e valorizzare la nuova Denominazione.
Ci chiediamo però perché non è stata chiesta la DOCG per il Primitivo “normale”, quello più conosciuto e la cui produzione è sicuramente più diffusa e consolidata.
Si poteva chiedere contemporaneamente il riconoscimento della DOCG per entrambe le tipologie. Stentiamo a credere che non sia stato fatto per un’ interpretazione errata delle norme ministeriali che regolano tale attribuzione.
Ma questo è ormai un dato di fatto ed occorrerà aspettare chissà quanto per vedere attribuire la DOCG anche al “normale”, ammesso che nel frattempo la disciplina europea, come è ormai certo, non rimescoli le carte in tavola.
Peccato un’occasione persa!