La fertilizzazione: sapere per fare.2 min read

La fertilizzazione è un insieme di pratiche agronomiche che interagiscono tra loro con lo scopo di migliorare e mantenere la fertilità fisica e biologica del suolo.
L’elemento fondamentale per la valutazione della fertilità del terreno, è il quantitativo di sostanza organica presente; questo può essere molto diverso da suolo a suolo, in quanto è in stretto rapporto con il contenuto di argilla, alla quale la sostanza organica si lega a formare gli aggregati argillo-umici.
La gestione del suolo dovrebbe esser fatta in modo da influire in maniera equilibrata sui processi di mineralizzazione e umificazione della sostanza organica e da limitare l’impatto dei mezzi meccanici sulla struttura del terreno, nonché sulla comunità di microrganismi che lo popolano e che trasformano la sostanza organica in elementi nutritivi.
Perché tutta questa importanza alla sostanza organica? Basta rispolverare qualche libro di Agronomia per ritrovare i benefici sulle proprietà biologiche e fisiche del terreno. Il suo valore è stato oscurato dall’avvento delle fertilizzazione minerale; certo bisognerebbe andarsi anche a leggere i capitoli a riguardo del terreno, della struttura, della granulometria, ecc., ma non facciamola troppo complicata.
Scegliere di nutrire il terreno per permettere lo sviluppo delle colture, in particolare per quelle pluriennali come la vite anziché nutrirle solo direttamente, rientra in una gestione consapevole del suolo finalizzata ad uno sviluppo equilibrato di piante sane e ad un aumento della biodiversità dell’agroecosistema, ridotta notevolmente nell’ultimo decennio.
Cerco di entrare un po’ nel concreto: secondo alcuni autori, l’effetto primario della sostanza organica è, nella maggior parte dei casi, relativo più alle caratteristiche fisiche che non a quelle chimiche del terreno. Quando un terreno vergine o a riposo da molti anni viene messe a coltura, la produttività è inizialmente dipendente dalle proprietà chimiche della sostanza organica, ma quando diventa una coltivazione continua, l’effetto sulle proprietà fisiche assume un ruolo importante, poiché gli apporti dei fertilizzanti diventano efficaci in presenza di condizioni fisiche strutturali durevoli.
E per ripristinare carenze della fertilità organica del suolo, si possono apportare ammendanti (letame e compost), impiegare l’inerbimento permanente ed utilizzare il sovescio.
E poi? Bisogna ascoltare o meglio vedere cosa dice il vigneto e come sta.
La nutrizione è un fenomeno complesso che influenza la qualità finale del prodotto.
La concentrazione di un prodotto fertilizzante che forniamo al terreno non si traduce automaticamente in una disponibilità per la pianta, ma dipende dal ruolo della sostanza organica, il tipo di struttura del terreno, la competizione tra i diversi elementi nel terreno (per esempio Potassio e Magnesio), il ruolo dei microrganismi ed altro ancora.
Bisognerebbe anche parlare di analisi del terreno o delle foglie, sensibilità e caratteristiche dei portainnesti e dei vitigni, fertirrigazione e fertilizzazione fogliare, ed altro ancora ma intanto proviamo a cercare il vecchio manuale di Agronomia e rivalutiamo il ruolo della sostanza organica!

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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