La comida navidena2 min read

Prima di leggere il pezzo di Tonini sul pranzo di Natale anni 50′ (vedi) non mi ero reso del tutto conto che quest’anno salterò la grande abbuffata. Non faremo il pranzo di Natale in famiglia e nemmeno la tradizionale cena della vigilia con il solito gruppetto di amici. Per la verità ho mancato anche la cena degli auguri con i colleghi dell’AIS Romagna e la mangiatina con il Masna e consorte che negli ultimi due anni attendevamo con piacere frammisto ad un pizzico di ansia. Ansia dovuta al dubbio di non riuscire a far fuori le tante bocce che,miracolosamente apparivano d’incanto sulla tavola.

Ho saltato anche altri due appuntamenti: con gli ex colleghi di lavoro bolognesi e con i miei ex dipendenti riminesi. Un vero disastro l’aver scelto questo periodo per fare un viaggetto.

Pescando con la canna spannometrica in quel pozzo scuro chiamato più comunemente memoria,  mi viene in mente solamente un’altra volta che mancammo imprudentemente la bandega natalizia. Più o meno una trentina di anni fa, io e mia moglie, allora compagna, scegliemmo di passare Natale e Capodanno a Siena. La sera della vigilia, girando per una Siena deserta, fummo sopraffatti  dalla tristezza. In albergo ci scolammo un bottiglia di Chianti e quando ci scambiammo i regali le cataratte si ruppero e così il giorno di S. Stefano decidemmo di tornare a casa.

Quest’anno la nostra cena della vigilia sarà prudentemente consumata nel bistrò dell’hotel e consisterà di due piatti precedentemente collaudati. Un magnifico club sandwich "morbo di Montezuma free" adattato alla mia bisogna dal cocinero di turno ed un piatto leggero di verdure croccanti ripassate al wok. Una cena speciale solo per noi, perchè i cileni mangeranno ben altro.

A Santiago, come in tutto il Cile, mentre i bimbi aspettano il Viejo Pascuero i grandi si abbuffano di mariscos, camarones, centolla e ceviche e cazuelas varie, preceduti da empamadas e seguiti da arrosti di agnello, grigliate di maiale, pollo fritto e pastel de choclo, chupe de Jaiva. Insomma, tra cena e pranzo di Natale si apprestano a demolire tutta l’enciclopedia gastronomica nazionale, innaffiando abbondantemente il tutto con i vini nazionali. 

Ma non siate tristi per noi, saremo ampiamente ripagati dalla sveglia natalizia che domani sarà alle 04.00 in punto, in luogo delle usuali 09.00 quando tradizionalmente si inizia a cucinare il pranzo di Natale. Questo anticipo ci permetterà di godere di ben cinque ore supplementari di vigile veglia.

Il momento più duro sarà domani, il giorno 25, quando la nostra comida navidena, sotto forma di catering aereo, si presenterà al nostro tavolino. Ma in fondo l’elemento sorpresa, un caposaldo del Natale, non mancherà di certo nemmeno a noi. Chissà quali manicaretti si nasconderanno sotto la luccicante stagnola della compagnia aerea? Noi non vediamo l’ora!

A presto e  Buon 2014!.

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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