InvecchiatIGP: Friuli Isonzo Pinot Grigio DOC Gris 2008, Lis Neris4 min read

In questa rubrica non parleremo dei problemi geriatrici di qualcuno di noi (anche se sarebbe utile). Il nostro intento è quello di andare a scovare e raccontare i vini italiani “non giovanissimi”. Abbiamo pensato a questa dizione perché non parleremo quasi mai di quelli che vengono definiti “vini da grande invecchiamento” ma cercheremo sorprese, chicche, specie tra vini che nessuno si aspetterebbe.

Se c’è un vitigno bianco di nobili natali che in Italia non viene considerato mai o quasi mai adatto per l’invecchiamento questo è il pinot grigio. I motivi sono molteplici ma quasi tutti riconducibili all’uso commerciale (indubbiamente positivo, visti i risultati numerici) che viene fatto di questo vino/vitigno, utilizzato al 99%  per vini facili da bere giovanissimi.

Per questo ogni tanto è bene sfatare delle credenze, come quella appunto che il pinot grigio non è adatto per fare vini da lungo invecchiamento.

IL Gris di Lis Neris è uno dei vini più adatti per questo nobile scopo. Siamo in Isonzo, terra di pianura o al massimo ondulata ma con caratteristiche particolari, sia per il terreno che in qualche punto sembra il letto ciottoloso di un torrente,  che per i venti e le escursioni termiche che la contraddistinguono. Il Gris è da molti anni un riferimento per chi vuol vedere come può maturare un pinot grigio, ma ammetto che andare fino al 2008 poteva essere un azzardo.

L’annata viene presentata  così sul sito dell’azienda di Alvaro Pecorari

“La prima parte della stagione è stata più piovosa del solito; ma dalla fine di luglio sole, ventilazione e sbalzo termico si sono fatti sentire. Il frutto e il carattere dei vini sono di buon livello. In generale l’annata è superiore alla precedente.”

Leggendo queste righe non è che si facciano salti di gioia: la 2008 non è certo stata una grande annata, forse abbastanza fresca ma sicuramente  migliore della canicolare 2007.  Comunque quando una cantina, sul suo sito,  ti fa un piccolo report delle ultime 25/30 vendemmie bisogna solo ringraziare e fare tanto di cappello perché vuol dire che ha storia e non ha paura a presentarla.

Il Gris matura in tonneau per quasi un anno ed è un vino, se penso ad alcune annate recenti ancora molto inespresse, fatto per essere invecchiato.

Vigneti di Lis Neris

Una cosa mi ha subito colpito, l’utilizzo un tappo tecnico (nel 2008!!!) per un vino del genere, che è stata una bella scommessa e, dopo aver gustato il vino, posso dire scommessa vincente.

Colore dorato brillante molto giovanile. Naso all’inizio chiuso ma già si pregustano note che vanno dalle erbe officinali , alla paglia, a lievi sentori tostati. Poi vengono fuori note minerali a fianco di sentori agrumati, ma è proprio la pietra focaia che “marca il territorio” in maniera importante.

Alvaro Pecorari

Avete presente i vini verticali? Questo non lo è! E largo, pieno, elegante. Non mostra potenza ma riempie il palato e lo rende “cicciuto” per tanto tempo. Lascia una bocca pulita, equilibrata e fin dal primo sorso si capisce perfettamente che non è in fase calante ma ha ancora molto da dire. Sicuramente ai 16 anni attuali ce ne aggiungerei altri 5 come momento perfetto per la beva.

Quindi il Pinot grigio è un vitigno da vini giovani? Certo! Se lo pianti per produrre 200 quintali e rotti a ettaro, ma nel momento in cui qualche produttore avesse più coraggio e abbandonasse la voluta semplicità l’Italia avrebbe un vitigno da grande invecchiamento invece che da grande produzione. Alvaro Pecorari è sempre lì per confermarlo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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