In questa rubrica non parleremo dei problemi geriatrici di qualcuno di noi (anche se sarebbe utile). Il nostro intento è quello di andare a scovare e raccontare i vini italiani “non giovanissimi”. Abbiamo pensato a questa dizione perché non parleremo quasi mai di quelli che vengono definiti “vini da grande invecchiamento” ma cercheremo sorprese, chicche, specie tra vini che nessuno si aspetterebbe.

Negli ultimi anni parte delle mie vacanze estive sono spese in Sardegna, in particolar modo a Bari Sardo, nello splendido territorio dell’Ogliastra. Dal punto di vista vitivinicolo rappresenta un’areale produttivo molto esteso che prende la forma di un anfiteatro naturale, dove i pendii del Gennargentu conducono fino ad un mare noto per le sabbie bianchissime e le mille sfumature di blu.
Questo territorio è il regno del Cannonau che, pur essendo prodotto in tutta l’isola, trova nell’area dell’Ogliastra, soprattutto a Jerzu, uno dei comuni più antichi di Italia dove si coltiva la vite. Potrei definirlo il suo territorio di elezione tanto che proprio da questa sottozona, prevista dal disciplinare, proviene oltre il 30% di tutto il Cannonau della Sardegna.

Essendo Bari Sardo a pochi chilometri da Jerzu non mi sono fatto scappare la possibilità di visitare Antichi Poderi Jerzu, cooperativa sociale fondata nel 1950 per volere del medico Josto Miglior (personaggio divenuto leggendario in Sardegna per il suo valore), che col passare degli anni è diventata via via sempre più centrale nell’economia della zona vantando oggi la gestione di 500 ettari di vigneti, distribuiti nei comuni di Jerzu, Ulassai, Osini, Gairo, Cardedu e Tertenia, appartenente a 430 soci.
Tra i tanti assaggi effettuati in cantina, grazie alla squisita gentilezza di Franco Usai, direttore generale della cooperativa, mi ha particolarmente emozionato, tanto da volerla inserire nell’InvecchiatIGP, la degustazione del vino dedicato al fondatore, ovvero il Cannonau di Sardegna Riserva “Josto Miglior” declinato nel millesimo 2000. Wow!!

Proveniente da sole uve dei più importanti appezzamenti della cooperativa, questo cannonau in purezza dopo circa un quarto di secolo è ancora spaventosamente lussureggiante ed energico, con profumi ancora di tipo secondario che ammiccano a ciliegie e cioccolato, peonie e lentisco, tabacco dolce e mirto e sbuffi di iodio. Il sorso, ancora giovanissimo, è ancorato a due concetti che, soprattutto negli anni duemila, erano molto in voga, ovvero concentrazione e avvolgenza di sorso. Josto Miglior annata 2000 di certo non passa inosservato e non può non rimanere nel cuore come la bellezza ancora selvaggia del territorio ogliastrino, tutto da scoprire.