Intervista a Monica Larner: “Una guida vini è un servizio al consumatore, non al produttore.”11 min read

Nella sua meravigliosa casa romana abbiamo intervistato Monica Larner, importantissima giornalista statunitense che non ha certo bisogno di presentazioni. La chiacchierata ha spaziato sulla sua vita, su concetti importanti del giornalismo, sul suo metodo di degustazione, per arrivare a parlare anche del “Guru” Robert Parker, con cui collabora da diversi anni.

Winesurf. “Primo bicchiere di vino bevuto?”

Monica Larner: “Sono cresciuta con un padre che amava molto il vino, anche mia madre lo ama tantissimo: i primi vini bevuti sono stati i rosati del sud della Francia, tipo Bandol, perché mia nonna abitava lì e quindi da ragazzina andavo là e ricordo questi vini freschi e salini, per me allora quasi esotici. Comunque era nell’età in cui non avrei dovuto assaggiare dei vini.” (ride)

W. “Scherzi a parte: anche se la domanda è scontata, dove ti è venuta la passione per il vino?”

M.L. “Come ti dicevo mio padre era un bon vivant, che ha studiato e vissuto molto in Francia lavorando nel mondo del cinema. Lui era appassionato dei vini francesi e da quando posso ricordare ha sempre parlato di questa sua passione per Bordeaux, Borgogna, Rodano. Quando vivevamo in California lui ci portava sempre in Napa Valley per vedere terreni e case che allora costavano infinitamente meno di adesso, perché aveva il sogno di poter fare il vino.”

W. “Che adesso si è realizzato.”

Monica con suo fratello Michael (con la moglie) e sua madre Cristina.

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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