Ineo e la sua carta dei vini5 min read

Il Ristorante Ineo, situato all’interno dell’elegante Anantara Palazzo Naiadi Roma, lussuoso hotel cinque stelle in Piazza della Repubblica è una delle perle gastronomiche più raffinate, e per certi versi nascoste, della capitale. Immerso in un contesto storico unico, fra il Rione Monti, Castro Pretorio e l’Esquilino, il ristorante è guidato in cucina dal bravissimo chef Heros De Agostinis che, dopo aver affinato il proprio talento attraverso anni di formazione e lavoro nei più rinomati ristoranti europei, ha deciso di tornare a Roma, nella sua città, nel quartiere in cui è cresciuto, per ripartire con una nuova avventura (Ineo vuol dire, in latino, “inizio”) basata su uno stile di cucina che possiamo definire “meticcia” perché accosta, senza sovrastrutture o eccessi, sapori e preparazioni che prendono spunto dal suo vissuto personale e professionale.

Della bravura dello chef e di come si sta bene da Ineo ne ha parlato Luciano Pignataro qualche tempo fa per cui non ci dilungheremo molto sull’aspetto gastronomico (da provare questo autunno i tre menu degustazione – “In giro per il mondo”, “Roma e dintorni” e “Verde”) perché vorremo accendere il faro dell’attenzione sulla bellissima gestione e composizione della carta dei vini del locale che, per fortuna, abbiamo trovato decisamente interessante e poco ingessata.

Il merito va all’Hotel Wine Manager Federico Spagnolo, con un passato tra la Pergola di Roma e il St. George di Taormina, che a seguito di incontri, viaggi ed amicizie ha selezionato quasi 900 etichette, locali ed internazionali, andando ad inserire in carta, cosa abbastanza rara, sia cantine famose e blasonate sia etichette di artigiani di nicchia (ad esempio I Chicchi di Ardea) cercando di fornire al cliente un mix equilibrato di vini convenzionali e vini naturali.

“Ci piace valorizzare le cantine di piccole dimensioni, lavorando in assegnazione sulle microvinificazioni. L’importante per noi è che offrano un prodotto interessante e che abbiano una storia da raccontare”, spiega il sommelier. “Fermo restando che in un ristorante d’eccellenza non possono mancare le grandi maison internazionali, con un focus in parti-colare sui vini francesi, provenienti dalle zone più rinomate, come Borgogna, Bordeaux e Champagne”.

Spagnolo ammette di avere un occhio di riguardo per il cliente che, negli ultimi anni, si è spostato verso una maggiore qualità e soddisfarne le aspettative proponendo vini costosi al bicchiere. “Il mio è un lavoro fatto di costanza, pazienza e programmazione. Sono una persona molto riservata e precisa, mi piace lavorare e pianificare da casa e poi condividere al ristorante con i colleghi con cui mi confronto. La carta che abbiamo costruito in questi 18 mesi è fatta da uno zoccolo duro con grandi nomi e a cui abbiamo aggiunto tante piccole realtà nel corso del tempo. È una professione che si costruisce nel tempo, fatta di scelte ponderate e con un’attenzione costante ai budget” conclude.

Spagnolo sceglie vini del territorio per accompagnare i tre menù degustazione nei percorsi di wine pairing che accompagnano i viaggi gastronomici dello chef Heros (6 calici, uno per ogni portata, 85 €). Una carta che è cresciuta e che ha tanta Italia e tanto Lazio “perché siamo a Roma e vogliamo valorizzare il luogo in cui siamo per sponsorizzare il nostro territorio che, negli ultimi anni, è ripartito molto bene con bellissime realtà dove c’è tantissima ricerca e studio. Grazie a tutto questo emergono cantine sempre più valide e interessanti da andare a scoprire. Per me è l’occasione per raccontare questa evoluzione della viticoltura laziale e mi piace farlo soprattutto con i clienti esteri, che accompagno in un percorso intorno a Roma. Questa è una delle parti più belle del mio lavoro, la ricerca e la gestione delle piccolissime quantità, il rapporto quasi morboso con il produttore che devo corteggiare per farmi vendere le sue bottiglie! Con il pairing riusciamo a proporre un prodotto unico che devo, talvolta, centellinare perché ne ho una quantità limitata” racconta con entusiasmo il sommelier.

Ineo non è solo vino. Mirco Bove, barman, offre una selezione esclusiva di cocktail realizzati grazie all’ampia scelta di prestigiosi spirits e una selezione di oltre 70 etichette ed una carta che si ispira ai sei continenti (coerente con l’idea dello chef De Agostinis che dedica un intero menu alle sue esperienze nel mondo), con personali interpretazioni dei grandi classici utilizzando ingredienti di ogni parte di mondo a cui è dedicato il drink.

Così, per esempio, l’Ishiban è un Martini Cocktail di ispirazione orientale con una base Gin con Vermouth alle foglie di Sakura e, in abbinamento, un fungo enoki che ha sapore di nocciola, oppure la Banana roasted room è un twist old fashion con Rhum aromatizzato alle banane arrostite.

Insomma, in centro a Roma, per chi vuole mangiare e bere bene, c’è un indirizzo Garantito IGP da non perdere: INEO

INEO

Piazza della Repubblica 46, Roma

Telefono: 06 4893 8061

Andrea Petrini

Andrea Petrini, il “giovin fanciullo” del gruppo. Il suo giornale online è Percorsi di vino.


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