Il vino in Argentina (ultima parte)3 min read

Mendel Wines: piccola realtà famigliare in Lujan de Cuyo che conta su 35 ha di vigneto dai quali ricava un 200 mila bottiglie. Tutte etichettate, confezionate ed inscatolate a mano senza alcun macchinario. Fondata nel 2000 da persone di cordialità e simpatia uniche, questa giovane bodegas realizza vini, quattro etichette, di buon livello e di prezzo contenuto. Miglior assaggio il Cabernet Sauvignon 2011, un raro esempio di eleganza aromatica nel panorama mendocino; fiori, terra, erba, frutti neri e tabacco scuro in felice combinazione. Voluminoso quanto preciso al palato nella definizione tannica e alcolica. Armonioso anche il finale.


Vistalba, società anonima controllata da Carlos Pulenta. È in questa modernissima e scenografica bodega che ho imparato il significato del "tomero", l’uomo dell’acqua. Il miglior assaggio, oltre ad un Torrontes di buon livello, è stato il Corte B, un assemblaggio tra bonarda,malbec,cabernet e merlot che esprime aromi di ciliegia e violetta, spezie e pomodoro in conserva e all’assaggio si è rivelato più misurato e facile da gustare.

 


TUPUNGATO/VALLE DE UCO

 


Bodega Salentein: uno dei pionieri dell’eldorado enologico di Tupungato, fondata alla fine degli anni 90, conta su vigneti per 800 ha con una capacità produttiva che supera abbondantemente i 7 milioni di litri. Cantina avveniristica, specie se rapportata al luogo ove sorge, ospita una collezione semipermanente d’arte moderna. Attualmente è di proprietà di un gruppo olandese. Difficile scegliere un vino in una gamma di prodotti tutti molto interessanti. In questo frangente ho apprezzato molto il Pinot Noir; se ne rileva, forse anche più del dovuto, il gradevole tono balsamico e quasi rinfrescante. Un refolo di aria fresca di montagna dopo il calore della pianura. Ma ritornando al Malbec "idroponico" come deve essere quello argentino? Sono quasi tutti concordi su un paio di punti: nelle zone attorno a Mendoza esprimono maggiormente il frutto scuro, quasi nero della ciliegia, sono ricchi e spesso opulenti. Mentre da Tupungato provengono vini più floreali con il,profumo di viola ben definito e più eleganti. Purtroppo però non è facile isolarne i caratteri specifici. L’acidificazione, l’uso abbondante di legni ed in generale una vinificazione molto interventista, di fatto rendono assai difficile l’esplorazione delle sue potenzialità. Per quel poco che ho potuto assaggiare mi trovo d’accordo. Ora però è ora di avviarci alla conclusione con qualche piccolo suggerimento.

 

Visite alle Bodegas: in generale c’è molta "riservatezza" e non è facile ottenere informazioni. Sono molto più aperti quando devono guidarti, con personale giovane ed invero molto preparato, nella classica visita del turista: rapido giretto nel vigneto contiguo alla cantina, vinificazione, invecchiamento, assaggio di tre vini e si paga tutto.

Cercate quindi di scrivere in anticipo, e se siete operatori del settore, sommelier, giornalisti o enotecari, forse avrete una visita meno di facciata e decisamente più interessante. In questo caso procuratevi un’auto a nolo(pick-up o fuoristrada) e girate da soli.

Non ci sono pericoli a patto di rientrare al tramonto. L’alternativa è acquistare un pacchetto "wine-tour" presso le innumerevoli agenzie di Mendoza che vi scarrozzeranno per le bodegas previste. Non pensiate di andare in  giro per cantine bussando alla porta e presentandovi come si fa da noi.

Allora grazie per essere arrivati sin qui e hasta luego alla prossima sui vini cileni.

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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