Il vino ai tempi del colera. Ovvero…1 min read

Le sofisticazioni del vino nei secoli XIV° e XV°

 

Il nostro grande amico, nonché miglior giornalista gastronomico d’Italia (almeno per noi) Giuseppe Lo Russo, ogni tanto ci manda qualcosa. Queste poche righe, tratte da una vecchissima rivista, ci presentano alcuni esempi di antichi “tarocchi” enologici. Della serie "E’ nato prima il tarocco o la gallina?"

 

 

Fin dal 1366, secondo risulta da un vecchio giornale tedesco, il Consiglio di Ravensburgo stabiliva una forte multa, o il bando dalla città per 5 anni, contro quei commercianti i quali mescolavano nel vino cenere di salice. In quell’epoca, oltre alla cenere di salice, i falsificatori adoperavano zolfo, calce, senape, scarlattea, latte, ecc.
Nel secolo XV queste frodi devono aver preso grandi proporzioni, perché, stando a quanto scrive Sebastiano Brant, si mescolava nel vino persino cenere di ossa umane.
Nel 1472 alcune città dell’Alsazia e della Brusgovia, cui aderirono i signori di Baden e di Würtemberg, decisero di far passi in comune affine di porre un freno alle sofisticazioni del vino. A tal uopo si riunirono i delegati delle suddette regioni parecchie volte in Colmar, Schlingen e Breifach.
La città di Basilea stabilì pure pene severissime contro i falsificatori. Tutte le mattine i delegati delle autorità si recavano nelle cantine delle taverne ad esaminare la feccia del vino, a ricercarvi le sostanze nocive. Anche i venditori del mercato dovevano sottostare a queste visite e prestar giuramento di spacciare il vino “come Dio lo aveva fatto nascere” e come era loro pervenuto.
(tratto da “Rivista Italiana d’Arte Culinaria”, n°.13, 15 luglio 1909, p. 197)

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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