Il IX° Premio Gambelli ad Alessandro Campatelli1 min read

Caro Giulio, questa volta mi hai fatto proprio un bello scherzo! Per due anni (gamba rotta, e forte influenza) non mi hai fatto partecipare alla giuria del tuo premio, ma una cosa del genere non me l’aspettavo. Probabilmente vuoi vedere se ho le spalle abbastanza grosse o magari ti divertirai dall’alto a spiare chi troverà sicuramente da ridire, magari sussurrandolo, anche perché “la calunnia è un venticello”.

Per fortuna la degustazione del premio Gambelli, organizzata da ASET, è rigorosamente bendata e il vincitore scaturisce dalla somma dei punteggi di tutti i partecipanti all’assaggio.

Ma veniamo al dunque:  la nona edizione del premio Gambelli per il miglior giovane enologo italiano under 40, che si ispira al modo di fare vino del grande e indimenticato “Maestro Assaggiatore” e che si è celebrata durante la Chianti Classico Collection 2021, è stata vinta da Alessandro Campatelli. Alessandro lavora in una cantina per cui io, da due anni a questa parte, sto scrivendo il libro della sua storia.

A questo punto ognuno potrà pensare quello che vuole ma i fatti sono che nessuno dei partecipanti all’assaggio del premio Gambelli conosce sia i vini sia gli enologi partecipanti e quindi sia io, sia Alessandro sia ASET, Associazione Stampa Enogastroagrolimentare Toscana, dormiremo sonni tranquilli.

Quindi in alto i calici per questo ragazzo di 37 anni di cui apprezzo, oltre alla bravura enologica,  la semplicità, la schiettezza e last but not least, la fede interista.

Caro Giulio, sono sicuro che stai ridendo sotto i baffi, ma se invece  fossi qui mi guarderesti, scrolleresti le spalle e passeresti a parlare d’altro. Magari assaggeresti uno dei vini d’Alessandro, inclineresti la testa e, dopo aver sputato a raggiera, con un filo di voce, mi diresti “Bono!”

Ciao Giulio, alla prossima.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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