Il fenomeno dei manga sul vino, in Francia e nel mondo6 min read

Quando una dozzina di anni fa mi trovai per la prima volta davanti alle vetrine di Athenaeum, la straordinaria libreria posta di fronte all’Hotel-Dieu a Beaune, rimasi stupito davanti all’esposizione di dozzine di volumi a fumetti dedicati al vino.

Erano quelli gli anni del fenomeno “Kami no Shizuky”, ovvero “Les Gouttes de Dieu”, il primo e certo il più famoso manga sul vino che Tadashi Agi, soggettista, e Shu Okimoto, disegnatore, pubblicarono, dapprima sulla rivista Weekly Morning , poi in ben 44 tomi, a partire dal novembre 2004.

La popolarità, presto mondiale, delle “Gocce di Dio”, divenne tale che, oltre due milioni di copie risultarono essere state vendute appena quattro anni dopo, al punto che per un vino essere citato in uno dei suoi volumi  divenne più importante della valutazione del guru del vino, l’Avvocato Parker. E sì che di vini, nelle pagine di questo manga, ne appaiono parecchi, diverse centinaia: primariamente francesi  (Borgogna e Bordeaux fanno il vuoto dietro di sé), ma anche italiani, soprattutto toscani e piemontesi (il Brunello e il Chianti Classico  la fanno da padroni nei volumi 28-30, mentre il Barolo trova spazio nel vol. 20).

Come mai si beve così tanto in una storia ambientata in Giappone? La storia è presto raccontata: alla morte di Yutaka Kanzaki, critico straordinario del vino, famoso in tutto il mondo e proprietario di un’immensa cantina, per disposizione testamentaria questa verrà aggiudicata a chi, tra il figlio naturale, Shizuku, e quello adottato appena una settimana prima della sua morte (in vista della sfida),  Issei Tomine, scoprirà quelli che il defunto chiamava i 12 apostoli, vini grandissimi provenienti da tutto il mondo, e un misterioso tredicesimo vino denominato appunto “Les Gouttes de Dieu” .

Shizuku è del tutto inesperto in quanto, per ribellione verso il padre, ha sempre rifiutato di bere vino, ma, alla sua morte, ne è rimasto affascinato. Dalla sua ha però un grande talento naturale, che il padre aveva insegnato a sviluppare sin dall’infanzia  e una straordinaria capacità di analizzare e descrivere le sue sensazioni. Il suo avversario, invece, è un abilissimo enologo, dotato di una vastissima conoscenza del vino, e per questa chiamato “Il principe del vino”. Ad aiutare i contendenti ci sono due donne: Miyabi è una giovane e brillante sommelière, dotata di una vasta e approfondita conoscenza teorica sul vino, ma che, per diverse volte, non è riuscita a superare l’esame del diploma: sarà lei ad assistere Shizuku nella sua ricerca dei dodici apostoli. Sarà invece una giovane incontrata da Issei nel deserto di Taklamakan, Loulan, di madre giapponese e dotata di una eccezionale sensibilità, la partner del figlio adottivo nella sfida a colpi di calici.

Pluripremiato (nel 2009 “miglior libro sul vino del mondo” al Gourmand Cookbook Awards, e nel 2010 gli autori hanno potuto fregiarsi del Grand Prix della Revue du Vin de France), ha inaugurato un nuovo filone del mondo, in crescente espansione, dei fumetti d’arte e per adulti.

La risposta francese è stata l’apparizione, nel 2011, presso la casa editrice Glénat, pressoché monopolista in Francia di questo genere di pubblicazioni, del primo volume della saga  di “Château Bordeaux”, proseguita fino ad oggi con altri dieci  a firma di un famosissimo soggettista, Éric Corbeyran, e del disegnatore Espé. Corbeyran è autore di un numero incredibile di album di Bandes Dessinées di tutti i tipi, sia di serie che singoli, tra i quali  l’adattamento del romanzo sulla vita di Lennon di David Foenkinos.

Château Bordeaux è ambientato in un piccolo Château bordolese, condotto alle soglie della rovina da un régisseur incapace e disonesto. Ereditato dai tre figli del proprietario, mentre due di essi avrebbero voluto venderlo, la sorella è determinata a tentare l’avventura di ricostruire la sua vita nei luoghi della sua infanzia. La strada da percorrere è difficile e la giovane si prepara con molta perseveranza al compito: ogni fascicolo è dedicato ad un aspetto della ricostruzione e della conduzione della vetusta proprietà, e in essi viene veicolata, insieme con la storia, una grande quantità di informazioni sul mondo del vino bordolese.

Soggetti ben congegnati, bei disegni fanno di questi volumetti un genere di successo che piace a tutte le età, ma ovviamente destinati al pubblico più grande. Ma l’aspetto informativo-formativo non manca mai, come mostra anche la nuova ambiziosa  collezione “Vinifera”, sempre presso Glénat e firmata da Corbeyran, che si propone di raccontare la storia del vino nel mondo, in cui è compreso anche il volume  sulla Bataille des vins (“La première dégustation”).

Arrivata già a 11 volumi (l’ultimo uscito è dedicato a “Les Vignes de Charlemagne”), a febbraio è prevista l’uscita del fascicolo n. 12, sulla Biodinamica. Alcuni di essi, come “1855 le classement” , dedicato alla classificazione napoleonica, sono dei piccoli capolavori del loro genere. In appendice è sempre compreso un saggio storico-didattico  molto dettagliato, firmato da una personalità autorevole del giornalismo vinicolo. Non posso soffermarmi su di essa, ma, accanto a storie ambientate in epoche antiche, come l’Oriente dei Babilonesi e dei faraoni o i vini di Pompei , altre riguardano vicende più vicine a noi che , diversamente da altre, non si propongono di celebrare vini famosi, ma di raccontare pagine anche molto dolorose della storia sociale più recente, come le rivolte dei vignerons . Se queste sono indubbiamente le collezioni più conosciute e seguite, non vanno trascurati gli album singoli, alcuni dei quali degni della più grande attenzione da parte degli appassionati.

Davvero intrigante “Les Ignorants” di Étienne Davodeau, che racconta l’intreccio apparentemente improbabile tra viticultura e fumetto, attraverso l’incontro di un vigneron della Loira e un affermato autore di bandes deéssinées, ignoranti ciascuno del lavoro dell’altro, ma interessati a conoscerlo. Così intraprendono un apprendistato incrociato dei rispettivi mestieri: l’autore di fumetti apprenderà  i segreti delle potature e il vigneron quelli delle bandes déssinées: un fumetto di culto. A distanza di dieci anni è uscita una nuova edizione arricchita di foto e di un’intervista con l’autore e Richard Leroy, il vigneron.

Una vera caccia al tesoro è “Un grand Bourgogne oublié” (di Emmanuel Guillot, Hervé Richez e Boris Guilloteau), nel quale Manu (Emmanuel Guillot), winemaker e figlio di un altro winemaker, avendo scoperto nella cantina di un amico una bottiglia straordinaria, ma senza etichetta, si mette alla ricerca della sua origine per ripiantare un lotto della sua vigna nel Maconnais e fare un grande vino in onore del padre. Una caccia entusiasmante, nel corso della quale compaiono alcuni dei più famosi vecchi vignerons della Borgogna, coinvolti da un sempre più ossessionato Manu.

Nostalgico, pieno di sensibilità e di humour le “Chroniques de la vigne” di Fred Bernard. Cresciuto in Borgogna, nipote e bisnipote di vignerons e cresciuto tra casse e cartoni di vino, al quale il padre preconizzava un futuro da vignaiolo, Bernard ha descritto una serie di simpatici aneddoti  e ricordi della sua infanzia con i nonni.

Impossibile non includere in questo gruppo il famosissimo, anche in Italia, “Mimi, Fifi e Glouglou” di Michel Tolmer, che parla del mondo dei degustatori. Un vero e proprio piccolo manuale di degustazione .Protagonisti tre personaggi molto diversi tra di loro, ciascuno col proprio carattere: persone incrociate per caso sul filo di incontri e situazioni talvolta anche comiche. Assaggi, molti, davvero tanti.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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