Il Bicchiere mezzo pieno: per riempire intelligentemente l’altra metà4 min read

Ho conosciuto Stefania Zolotti  ben 10 anni fa, attraverso un suo libro dove riusciva a miscelare in maniera perfetta ironia, intelligenza, distruzione sistematica di tanti luoghi comuni e, last but not least, conoscenza enoica. Quel libro si chiama Vino a doppio senso. Guida ironica per uomini e donne e subito  dopo Il Bicchiere mezzo pieno, vi consiglio di leggerlo.

Oddio, iniziare la recensione di un libro lodandone un altro non è forse il modo migliore per affrontare l’argomento. Sarà meglio tornare velocemente al Bicchiere mezzo Pieno, che ha come sottotitolo “Liberarsi dagli esperti è il primo passo per bere bene”.

Rioddio, a pensarci bene tutti mi considerano un esperto (magari sbagliano, speriamo!) e quindi dovrei parlare di un libro sul vino che mette le persone come me al bando. E se Stefania afferma qualcosa non lo fa mai a casaccio: lei è giornalista di quelle toste, che verifica, approfondisce, scava, cerca di capire realmente le cose. Se non ci credete prendete uno dei numeri di Senza Filtro, il giornale di cui è direttrice, e vedrete che ho ragione.

Trioddio, quindi sto facendo la recensione di un libro fatto da una giornalista con i controzebedei (non all’acqua di rose come me) che in più vuole mettere in guardia i futuri bevitori da gente come me. Ci sarebbe da perdere la ragione se non l’avessi già fatto da tempo.

Vabbé abbiamo scherzato, ma dato che l’ironia è uno dei tratti distintivi di Stefania mi sono permesso di iniziare così.

Resettiamo comunque tutto e parliamo  de Il Bicchiere mezzo Pieno, dove Stefania cerca di comunicare che il vino è tante cose ma fondamentalmente è libertà e conoscenza, quest’ultima ottenuta grazie alla lettura e a un minimo di piacevole impegno, non certo seguendo in maniera pedissequa i consigli dei guru o presunti tali.

Il percorso inizia facendo capire che noi italiani abbiamo avuto, anche dal punto di vista enoico, una notevole botta di culo perché siamo venuti alla luce in un paese dove nascono vini che spesso sono delle vere opere d’arte. Questo grosso vantaggio però va un po’ conosciuto e Stefania crea così un veloce percorso anche per evitare di dire STupidaggini con S e T maiuscole. Subito dopo però frena, perché conosce il demone che si impossessa dell’essere enoumano quando pensa di aver imparato qualcosa e quindi offre una gustosa carrellata su una lunga serie di stereotipi che è bene togliere subito di mezzo quando si parla di vino.

Quella che non va tolta di mezzo è invece la storia, in particolare del giornalismo guidaiolo che, nato sicuramente bene verso la metà degli anni ottanta del secolo scorso, si è piano piano ingigantito, modificato e diviso in centinai di rivoli e rivoletti. In questi torrentelli di scibile o presunto tale i neofiti rischiano di affondare in un bicchier d’acqua (pardon, di vino) ed ecco che Stefania cerca di far capire, con esempi semplici e racconti gustosi che “il naso, il palato e il cervello sono vostri” e conviene seguirli più che seguire quelli di altri.

Perché altrimenti si rischia di far passare sotto silenzio castronerie come “il Prosecco è lo Champagne italiano” o che certe regioni italiane (tipo la Toscana) fanno bene solo i vini rossi.

Il percorso che sceglie Stefania riesce a tenere il lettore attaccato alla pagina, come se stesse ascoltando un bravissimo relatore in un corso di degustazione. In realtà la relatrice è Stefania stessa, che riporta aneddoti dei suoi corsi di degustazione puntando, per esempio, sull’odore di banana per spiegare cosa sono i profumi (e  le puzze)  che sentiamo nel vino e fuori dal vino.

Ma prima della banana vi stupirà con il neuromarketing, termine che non deve farvi impaurire, al contrario della parola influencer e di quanto si nasconda dietro ad un mondo e a un modo di agire che spessissimo non solo non è compreso ma è sopravvalutato, per primi da malcapitati produttori di vino.

Ma troverete anche consigli per abbinamenti e altrettanti “sconsigli” per evitare strade sbagliate in partenza.

Insomma, Il Bicchiere mezzo pieno è un libro su una marea di aspetti del mondo del vino, il cui scopo finale è di darvi la capacità di riempire da soli l’altra metà del calice.

Buona lettura.

 

Stefania Zolotti

 Il Bicchiere mezzo pieno

Le Lettere Editore

19 Euro.

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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