Il bello di San Vito (lo Capo)6 min read

Il nostro Giovanni Solaroli, addentratosi oramai da quasi un mese in terre siciliane, ci manda un primo resoconto gastronomico a cui (purtroppo per voi) ne seguiranno altri.

Che fortunato che sono! Sono trascorsi solamente una trentina di anni ed ho di nuovo la possibilità di fare un lungo viaggio nel sud del paese. Da tempo però non possiedo più la vecchia Renault 4 blu, ora viaggio su un camper e quindi le cose si preannunciano decisamente migliori sotto il profilo del comfort.  Posso permettermi anche un bagaglio più pesante e voluminoso, fatto di magliette,lettini, ombrelloni, palette, secchielli asciugacapelli,arricciacapelli, stendicapelli, più un’altra quantità di oggetti più o meno utili che trovo sempre difficoltoso scegliere prima di una partenza.

In realtà non è esattamente un viaggio nel sud, ma piuttosto un’incursione nella Sicilia, che raggiungiamo via nave con un comodo traghetto Napoli-Palermo.  Una cosa che mio padre avrebbe disapprovato; ad un viaggio in nave avrebbe preferito una “traversata” via terra che gli avrebbe dato la possibilità di vedere più da vicino un pezzo di quell’Italia che non vide mai.
Avendo comunque una capacità di carico pari a quella di una petroliera, ho stivato nel veicolo ricreativo ogni sorta di roba stampata, ogni guida possibile e immaginabile, da quelle sui vini e ristoranti a quelle su campeggi e aree sosta per finire alla collezione completa degli ultimi 6 anni di Bella Italia.

Confesso che l’idea primigenia, nello zavorrare il veicolo ricreativo, era quella di disfarmi di un po’ di quella carta che negli anni mi si è accumulata in attesa, prima o poi,di rendersi utile. Vedremo se sarà possibile, invece di gettarla, scambiarla con altra: magari con racconti di Sciascia, Pirandello o meglio ancora Vittorini. 

Dunque, la prima parte (sperando che ve ne sia un seconda) allude ai primi giorni vissuti in una delle più belle spiagge d’Italia, quella di San Vito Lo Capo. Un abbraccio rovente che per tre giorni ci soffoca nella morsa di uno scirocco che non allenta la sua presa alimentando gli incendi che ancora divampano nei campi. Li appiccano piromani, ma più spesso sono  contadini e pastori che “preparano” il terreno alla ricrescita dei pascoli dell’anno venturo; per ora resistono senza alcuna fatica agli sforzi dei pompieri. Da un punto di vista enogastronomico San Vito offre molto e poco allo stesso tempo. Una moltitudine di ristoranti, trattorie e gastronomie provvedono a soddisfare una domanda di “specialità tradizionali” per un turismo fatto soprattutto di famiglie che, con le sue cinquecentomila presenze annuali, garantisce una più che dignitosa sopravvivenza economica all’intera città.

E la città, in qualche modo, finisce poi per ripagarti: spiagge curate, ben tenute e non “monetizzate” in ogni centimetro, con aree libere disseminate un po’ ovunque, raccolta differenziata dell’immondizia capillare ed efficiente,  parcheggi e navette per la spiaggia gratuite e un gran fiorire di spettacoli musicali ed iniziative culturali. Ma ti “ripaga” anche sotto il profilo della sicurezza, nelle auto lasciate in sosta nelle aree regolamentate con disco orario o ticket. Si possono tranquillamente lasciare in vista sul cruscotto oggetti di valore. Un esercito di ausiliari del traffico provvede alla sorveglianza continua del vostro parabrezza, o almeno di una parte di esso. Sono i nuovi posti di lavoro creati con la politica di piena occupazione del governo Berlusconi. Se da un lato tutto quanto alla voce turismo è di ottimo livello, lo stesso non si può dire per la proposta gastronomica che resta attestata, come detto, su standard di turismo di massa: qualità accettabile, piatti standardizzati e prezzi alti. Molto ruota attorno al Cous-Cous (Festival dal 20 al 25/9) trasformato da piatto di quotidiano consumo a perno cultural-gastronomico e assurto a simbolo di integrazione.

Tra i tanti ristoranti operanti è difficile trovare più di una decina di proposte diverse, per ogni capitolo del menù. I piatti più ricorrenti, oltre al cous-cous proposto in mille modi, sono le Busiate, tipica pasta trapanese, (assomiglia pericolosamente ad una fascetta spiralata reggicavi) proposta con vari condimenti, i più frequenti sono con il pesto alla trapanese e alla norma. Poi ci sono il tonno ed il pescespada. Ma non quelli della favola di Pinocchio. Ricordate il tonno filosofo che aspetta di essere digerito assieme a Pinocchio nello stomaco del Pesce Spada? Non è lo stesso, dovrebbe invece essere quello “rosso” delle tonnare di Favignana, ma chissà….In ogni caso è difficile uscire dal triangolo delle busiate,pizza rianata(origano),e tonno-spada grigliato. Più ampie le carte dei vini con i classici Firriato, Donnafugata,Planeta, Corvo  etc, più o meno sempre presenti. Scomparso quasi del tutto, ma non se ne sente la mancanza, il “vino della casa” sfuso.

Non ve ne è più traccia nemmeno nel primo locale di cui parlerò, di cui nessuna guida vi parlerà mai, la Trattoria Gastronomia “U Sfizziusu”. Trattoria Tipica (mi limito a riportare l’autocitazione di Ignazio Galante, titolare e cuoco) anche se non so esattamente cosa significhi “tipica” a San Vito Lo Capo, a meno che non si riferisca alla magnifica abitudine di mangiare in libertà. A mezzogiorno (di cuoco al fuoco) è presa d’assalto dalla popolazione, tant’è che credevo, i primi giorni, che avessero iniziato le riprese del sequel di Martone ed invece erano persone affamate di prelibatezze. Prelibatezze che ognuno può consumare come meglio crede; acquistandole al banco come prodotto da asporto, sedendosi al tavolo e mangiare per l’appunto in libertà. Con il tuo vino o la tua frutta se vuoi. Oppure sederti, ordinare ed essere servito. Ogni bendiddio: arancini, frittellone di novellame, di melanzane, caponata, busiate, involtini di spada, di tonno, di melanzane, cous-cous di pesce o verdure e tutto di fresca preparazione.

La sera solo a tavola servita; Ignazio è un simpaticone affabile che si preoccupa del tuo benessere. Lui o il suo personale, giovani siciliani sorridenti, ti fanno sedere in semplici tavolini e ti lasciano subito menù e acqua: antipasto misto sanvitese (cous-cous di pesce,cozza gratinata,involtino di spada, caponata,insalata di polpo) gustoso ed invitante, poi Busiate alla trapanese, buone ma con un eccesso di pecorino e per finire un trancio(gigantesco) di tonno grigliato. Piatti semplici, di sostanza ma con poca cura alla presentazione. Ingredienti e materia prima di buon livello, che non sempre è possibile trovare in un locale del genere. Il menù oltre agli antipasti suddetti è più ristretto di quello di mezzogiorno e si limita a quattro/sei  tipi di pasta, inoltre tonno e spada non mancano mai e c’è sempre la voce “pescato del giorno”. Prezzi modici.

Vietato consumare dessert al ristorante, a meno che non si tratti di una proposta fuori del comune. Meglio approfittare di gelati e granite che sgorgano copiosi dai locali animati delle due vie principali. Arrivederci alla prossima puntata, se mai ci sarà consentito.

 

Locale aperto tutti i giorni(ferie in dicembre)
Via Lungomare 19 (angolo P.zza Marinella) S.Vito Lo Capo
Tel. 348.0423967.
E-mail: ignazio.galante@alice.it .

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE