I vignaioli trentini dell’Alto Garda4 min read

Siamo in Trentino, ma non in una delle molte denominazioni famose bensì in un territorio che è considerato “solo” tra le più importanti destinazioni turistiche d’Italia, incastonato com’è nella riva trentina del Lago di Garda.

La Busa, è questo è il nome con il quale viene identificato questo lembo di terra affacciato sul lago che comprende sette comuni: Arco, Drena, Dro, Ledro, Nago-Torbole, Riva del Garda e Tenno.

Dal clima temperato per via dell’influenza del lago con i suoi venti, l’Ora del Garda e il Perlèr. Si parte dagli 80 metri che salgono velocemente appena ci si sposta verso Tenno, con i suoi 650 metri  di altitudine: inoltre con il gruppo delle Dolomiti di Brenta che domina alle spalle, il clima diventa subito montano, regalando belle escursioni termiche che caratterizzano in concentrazioni aromatiche le uve coltivate.

Quindi freschezza, sapidità, aromaticità, con una spiccata vivacità e finezza gustativa si trovano anche grazie a terreni calcareo marnosi.

Partiamo da Ledro, dove sembra che non ci siano notizie di coltivazioni della vite in passato.

In questo contesto, la Sartori Oganic Farm, giovane azienda di Marco e Michele  poco più che ventenni, oltre che alla produzione di olio e derivati delle olive, ha iniziato a cimentarsi in un progetto a regime biologico di coltivazione di vitigni PIWI, riducendo così al minimo i trattamenti in vigna.

In una bottiglia finalmente più leggera, il vino frizzante “col fondo”  Diadema  (da  uve solaris)  ha profumi floreali e agrumati,  intercalati da pietra focaia. Piacevole la bollicina, vibrante e fresco.  C’è un progetto di ampliamento a breve con un nuovo vitigno, sempre resistente ma rosso.

Arriviamo a Tenno, famoso per il suo meraviglioso lago dai colori turchesi, patrimonio dell’Unesco, e per il suo borgo, cristallizzato nel tempo, che è una piccola bomboniera: suggestivo da visitare nel periodo natalizio assieme a quello di Rango.

In questa zona terreni composti da conoidi fluviali sassosi di origine alluvionale e depositi argillosi portano diverse uve bianche (sauvignon, chardonnay, incrocio manzoni, muller thurgau) a ottime espressioni, ma anche il pinot nero non scherza.

Nel fondovalle, su terreno composto da sabbia-limo-argilla è  rinomata la coltivazione delle olive, che si spingono fino alle prime colline intorno al lago. Di varietà Casaliva, Frantoio, Pendolino, Leccino concorrono alla produzione della Dop Olio d’Oliva del Garda. Oltre che alla sua nota dolce e fruttata, ha la particolarità di essere prodotto al 46° parallelo, estremo limite settentrionale dell’olivicoltura mondiale, infatti l’olio del Garda Trentino è forse quello prodotto più a nord del mondo.

Nello stesso areale è naturalmente presente la vite. La sua produzione nel recente passato era prevalentemente di vitigni a bacca rossa senza una vera e propria identità o specificità. Questo favoriva molto il commercio del vino sfuso e i produttori erano, fino a pochissimi anni fa, conferitori, al 100% delle Cantine Sociali.

Negli ultimi tempi si è visto un notevole cambio di tendenza, una crescita in qualità con ottimi risultati nei blend, soprattutto da uve rosse.

Gabriele Furletti nelle sue vigne

Ad oggi la fanno ancora da padroni sul territorio il Gruppo Mezzacorona,  l’Azienda Agraria di Riva,  nonché  Madonna delle Vittorie del gruppo Marzadro, ma da pochi anni  alcun giovani, ognuno con pochi ettari, hanno intrapreso un percorso qualitativamente interessante.
Piccole realtà come Sartori Organic Farm, Furletti, Le Fontanelle, I Cavoleti, Comai, lavorano in un territorio poliedrico, dalle potenzialità ancora non del tutto valorizzate.

Gabriele Furletti, dall’ettaro di terra ricevuto dal nonno nel 2015  in poco tempo si ritrova a gestire un’azienda vinicola di circa 4 ettari. Rebo, merlot, cabernet franc nella piana di Riva, il pinot nero in collina fra i 450 e i 500 metri s.l.m. Nelle stesse zone i vitigni a bacca bianca: lo chardonnay, l’incrocio manzoni e il pinot grigio.

I vini prodotti sono il Furlet bianco, nato dall’unione fra lo Chardonnay, il Pinot Grigio e l’Incrocio Manzoni. Il Furlet Rosso nato da Rebo e Cabernet Franc, il Pinot Grigio riserva, l’Incrocio Manzoni selezioni e il Pinot Nero. Inoltre, viene prodotto un rosato ed il Trento Doc da uva Chardonnay 100%.

L’Azienda Le Fontanelle tra Il Lago di Garda e Tenno, la più storica e strutturata del gruppo dei giovani agricoltori, coltiva su terrazzamenti collinari i suoi vigneti.
I Cavoleti, azienda familiare emergente, si affaccia al mercato con “ben” 5000 bottiglie. Le varietà coltivate sono sauvignon, muller thurgau, rebo, merlot e traminer aromatico, (quest’ultimo in appassimento). Sui terrazzamenti del comune di Tenno e dintorni ha quasi due ettari di vigna e oltre tre di olivi , ma coltiva anche ortaggi e alleva alcuni capi di bestiame.

Marco e Andrea

Comai è un’azienda familiare da quattro generazioni, Marco ed Andrea seguono personalmente tutte le fasi della produzione in conversione biologica. Marco già giovanissimo nel 2014, anno del suo diploma  a San Michele, ottenne con il suo Chardonnay dei riconoscimenti internazionali. La versione 2019  è di un bel giallo paglierino brillante, naso con frutti  tropicali e frutta gialla ben matura, note calde di vaniglia un accenno di tostatura e mineralità: il tutto sorretto da  sapidità e grande equilibrio.

Sono sicura che la  Busa tra poco non verrà ricordata solo per la sua vocazione turistica.

 

La foto di testata è stata presa dal sito dell’Aziena Comai, che ringraziamo.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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