Non che capiti ogni giorno di presentare un vino “criminale” o meglio un vino frutto di vigne un tempo di proprietà del crimine organizzato.
Oggi i vigneti rimasti per anni abbandonati hanno ripreso vita grazie all’impegno della cooperativa sociale Terre di Puglia a cui sono state affidati in gestione dopo la confisca.
L’obiettivo è quello di creare occupazione a partire da concetti come solidarietà e legalità, che potrebbero sembrare ovvi ma che non lo sono in terre dove invece per anni c’è stata illegalità e sopraffazione.
L’impegno profuso in questi anni, non privo di difficoltà d’ogni sorta e di aperto boicottaggio, sta lentamente dando i suoi frutti.
I trentacinque ettari di vigneto situati nel comuni di Torchiarolo, Mesagne e San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, stanno andando in produzione ed incominciano ad uscire i primi vini.
Il vino Hiso Telaray dedicato ad un giovane albanese ucciso nella provincia di Brindisi perché non ha voluto piagarsi ai ricatti del caporalato, è ottenuto come d’altronde tutta la produzione da uve coltivate biologicamente ed è il classico vino da bere quotidianamente, di facile approccio e piacevole.
Una prima uscita, sicuramente migliorabile, ma che al di là della qualità che pur non manca, rappresenta una sfida, una scommessa su un futuro diverso possibile.
Naso caratterizzato da un certa rusticità ma che mostra un buon potenziale. In bocca il vino si allarga e mostra la buona materia d’origine. Frutto dolce e maturo sostenuta da una buona acidità e da tannini ben lavorati.
Hiso Telaray 2010
Rosso Salento IGT
Az.: Terre di Puglia-Libera Terra
Uvaggio: Negroamaro
Giudizio: buono