Guidare la guida? Cui prodest?3 min read

La guida a cui si riferisce Giovanni Solaroli è la guida AIS ai vini della Romagna

 

Finalmente il mese  " guidesco" e’ finito. Per l’esattezza sono trascorsi 35gg, 3 ore e sedici minuti, più o meno a testa bassa nella nuova sede, sui nuovi tavolini,con bicchieri nuovi ad assaggiare i vini nuovi.
Più di un intero mese con gli occhi fissi sul bicchiere alla ricerca di una delle 2000 sfumature di colore esistenti. Con il giallo nelle varie tonalità ed i rossi più o meno intensi, più o meno rubino, più o meno granato cominciano le domande infinite. Che continuano con il naso dentro al calice aspirando come uno Hoover per stanare, individuare e classificare i composti aromatici, i profumi, i difetti, i pregi e le caratteristiche di qualcosa come 600 e passa vini.
E poi assaggia e pesa tutto quanto ci trovi dentro, acidi,tannini, sali minerali, e poi sputa: vino e punteggio. Cinque settimane di rituali: qualcuno impacchetta la bottiglia nella sua mutanda, la stappa, la versa ai componenti del panel che guarda,annusa,assaggia, sputa e scrive le note.

Quattro o cinque panel di 4/5 persone ciascuno che annusano, assaggiano e discutono del futuro del vino che hanno davanti. Quest’anno si sono aggiunti alcuni dei neo diplomati degustatori che vogliono fare esperienza e dare il loro contributo.

Ai più vecchi, come il sottoscritto,spetta dirgli alcune cose: che degustare un vino per una guida non è lo stesso che dare un esame Ais: i campioni che ci presentano sono da poco in bottiglia e si deve cercare di lasciare a casa le proprie preferenze. Per quanto possibile.

Che si deve cercare,anzitutto, di far capire al lettore della guida che tipo di vino ha di fronte, che anche i vini "base" possono aspirare a punteggi alti, che ogni denominazione ha le sue caratteristiche e via di questo passo.

Bisogna dirlo con tatto, pesando le parole e rispettando le diversità di opinioni, spiegando i perché invece di imporsi con la forza. Per fortuna é finita.

Trascrivere le schede degli "abbastanza di tutto" e interpretare la volontà dei panel e’ stata dura, ma con l’aiuto di una collega abbiamo terminato in anticipo. L’editore ha fatto salti di gioia, meno quando ho chiesto di correggere le bozze, visti gli errori  dell’anno scorso. Chissà quanti lettori o produttori se ne saranno accorti. Come al solito nessuno sarà contento: per i premi non avuti, per le valutazioni discordanti, per le carenze e gli errori e anche solo perché siamo antipatici.

Nemmeno io peró sono contento. Nel mese guidesco,passato a testa bassa,non mi sono accorto del grano. Era dai miei 20 anni che non ne vedevo così tanto e così diverso. Segno che il prezzo è salito o che le altre colture rendono meno. Quello di oggi non si piega con la pioggia, una giornata d’acqua gli fa un baffo. Una volta bastava una pioggia di un’ora e gli steli chinavano la testa,come noi sui tavoli. Sarà anch’esso geneticamente modificato?

Ogni anno mi chiedo perché continuo, perché continuiamo a fare guide se poi nessuno le apprezza, se poi chi produce i vini non vuole trarre alcuna indicazione e chi li acquista non é mai d’accordo  sui nostri punteggi. Frega a qualcuno se il tannino del sangiovese preferito é "levigato" o "integrato" oppure " fuso"? A qualcuno importa se il finale é sapido o salmastro? C’é qualche produttore disposto ad ammettere che saper produrre buona uva non significa saper fare anche del buon vino? Domande senza risposta. Io invece mi rispondo che continuo forse perché, magari male, so fare solo questo.

 

(La guida a cui si riferisce Giovanni Solaroli è la guida AIS ai vini della Romagna. ndr)

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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