Guarda che Granazza!1 min read

Non posso dire di conoscere la o il Granazza, un vitigno a bacca bianca di antiche origini e diffuso in Sardegna e nemmeno i vini che se ne ricavano ma il collega Sardo che me lo ha proposto al Vinitaly mi racconta che spesso viene scambiato dai “continentali” per Vernaccia di Oristano o per Garnaccia bianca. In realtà è tutt’altro, visto e considerato che nelle banche dati del DNA risulta essere unico. Il vitigno è presente nei vecchi vigneti dell’isola, e si caratterizza per la produttività costante e l’acidità elevata.

La versione “sulle bucce” di Sedilesu mi ha colpito, anche se in tutta onestà non saprei dirvi il perché, visto che il mio gusto non è esattamente sintonizzato con i vini macerati. Del resto, si può godere anche senza capirne le ragioni.

Sedilesu ne fa due versioni, l’altra è vinificata come un bianco mentre questa “sulle bucce” ci sta per una settimana circa. Profuma proprio di macchia (garrigue per i fighetti) e fin qui mi pare lapalissiano. Tuttavia la sorpresa sta nell’assaggio, secco, diritto, sapido e sferzante come un vento di tramontana e senza la brutale rugosità tannica dei macerati, che qui compare più sottoforma di suggestione che di sensazione vera e propria.  Insomma, difficile resistergli.

Poco più di  una ventina di euro sui siti di e-commerce

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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