Quando le temperature salgono, bere vini rossi diventa più difficile, ma non impossibile.
Il pinot nero, per esempio, tollera (anzi gradisce) un leggero raffreddamento, risultando assai gradevole anche d’estate.
E’ il caso di questo Givry Premier cru Les Bois Chevaux 2020 del Domaine Joblot: forse un po’ troppo freddo al momento dell’apertura, ma arrivato alla giusta temperatura dopo una breve attesa nel bicchiere, si rivela un’esplosione di frutto.
Piccoli frutti rossi in infusione, tannini ben rifiniti, ottime complessità e persistenza, di una golosità estrema: infatti è subito sparito, moderando ( e di molto) l’attesa di un più impegnativo Vosne-Romanée proposto di seguito.
I pinot della Côte Chalonnaise, specie di Givry e Mercurey, ingiustamente trascurati da quanti pensano che la Borgogna finisca con la Côte d’Or, dispensano invece agli audaci bellissime sorprese, per di più ad assai minor costo.
Il Domaine Joblot, ormai nelle mani della bravissima figlia di Jean-Marc, Juliette, è una garanzia a questo proposito (provare anche l’altro cru, La Servoisine, e la sua cuvée d’assemblage, L’Empreinte). Da comprare a occhi chiusi.