Le “Giornate del Pinot Nero”, nate come passerella per questa tipologia di vini altoatesini, sono giunte alla 27ª edizione. Il fulcro su cui ruotano è l’omonimo concorso, che quest’anno ha visto ben 116 vini partecipanti (nuovo record) provenienti da dieci regioni italiane. L’annata presa in considerazione era la 2022.
Un’annata segnata da condizioni climatiche estreme: siccità e temperature elevate hanno prodotto vini generalmente rotondi e morbidi, con equilibrio spesso buono tra acidità, tannini, struttura e promettenti prospettive evolutive.

Da una giuria di enologi, sommelier e giornalisti del settore, per il secondo anno di seguito “Ludwig – ELENA WALCH” è stato decretato il miglior Pinot Nero d’Italia.
Ecco la classifica dei primi 5
1° Pinot Nero Ludwig – ELENA WALCH
2° Pinot Nero Riserva Burgum Novum – CASTELFEDER
3° Pinot Nero Riserva Trattmann – Cantina GIRLAN
4° a pari merito
Pinot Nero Riserva Maglen – CANTINA TRAMIN e Pinot Nero Riserva Monticol – CANTINA TERLAN
Ecco i migliori Pinot Nero per ciascuna regione italiana rappresentata
ALTO ADIGE: ELENA WALCH – Pinot Nero Ludwig
VALLE D’AOSTA: GROSJEAN VINS – Pinot Nero Les Frères
FRIULI: CASTELLO DI SPESSA – Pinot Nero Casanova
LOMBARDIA: CONTE VISTARINO – Pinot Nero Pernice
PIEMONTE: BRICCO MAIOLICA – Pinot Nero Bricco Maiolica
SICILIA: FEUDO ARANCIO – Pinot Nero Feudo Arancio
TOSCANA: FATTORIA DI CORTECCHIA – Pinot Nero Rossano
TRENTINO: MASO CANTANGHEL – Pinot Nero
UMBRIA: TORRE BISENZIO – Pinot Nero Samero
VENETO: BORGO STAJNBECH – Pinot Nero Borgo Stajnbech
Due degustazioni importanti

Il Blauburgundertage è diventato non solo un evento celebrativo, ma una panoramica nazionale sul Pinot Nero, valorizzando le diversità stilistiche e territoriali.
Durante l’evento ho partecipato a due masterclass. La prima è stata un viaggio nel tempo con Castelfeder attraverso una verticale dal 2020 al 1989. La verticale condotta in perfetta sinergia da Günther e Ivan Giovanett (padre e figlio), ha quindi attraversato quattro decenni.
La seconda masterclass, “Top of Pinot Nero”, è stata guidata da Hans Terzer di St. Michael-Eppan, figura iconica del vino altoatesino. Più che dei vini è interessante ciò che è emerso dal suo racconto.
Con la linea Sanct Valentin Terzer voleva dimostrare di avere una marcia in più, ma a causa delle punzecchiature ricevute da alcuni giornalisti sul fatto che “i suoi vini erano di qualità, ma…” è stato stimolato, dopo un primo momento poco conciliante con le critiche ricevute, a cogliere la sfida di migliorarsi, dando vita alla linea Appius.
Il nome originario del progetto fu cambiato per evitare l’assonanza fonetica con un altro vino e dopo un’attenta ricerca nacque Appius, nome fortunato e legato al territorio. Anche le critiche iniziali (come l’essere “troppo borgognone”) si sono rivelate in realtà conferme della qualità del percorso intrapreso.

Quello che è emerso dalla chiacchierata con Hans è stato piuttosto interessante ed illuminante, soprattutto in riferimento ai produttori che vivono quasi come un affronto un punteggio non pieno o un appunto costruttivo: lui ha trasformato quelle osservazioni nella spinta per migliorare.
Questa storia dimostra come il confronto – anche quando scomodo – possa rappresentare un’opportunità per evolvere, perfezionarsi e creare vini d’eccellenza.