Giampaolo Gravina è morto1 min read

Un fulmine a ciel sereno! Non riesco ancora a credere che Giampaolo Gravina, una delle persone più vitali che conosco sia morto. Giampaolo non era soltanto un bravo giornalista e una persona sensibile, di grande cultura, per me rappresentava il modo perfetto di coniugare conoscenza, ironia e serietà.

Era molto più giovane di me, aveva 59 anni ma la forza e la reattività di un ragazzo.

Era in Friuli per lavoro, in un luogo bellissimo, alla Subida, uno di quei posti dove si mangia e si beve bene. Stamani lo aspettavano a colazione ma non scendeva. Spero che non sia sceso per andare invece in un luogo più bello ancora, con tanta luce, liberta, e magari risate.

In realtà non so cosa dire, non riesco a mettere assieme la sua figura a un luogo che non sia il mondo del vino, sempre più vuoto di figure che possono dire e dare qualcosa.

Ciao Giampaolo, eri un caro, carissimo amico.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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