Frode nel vino in Oltrepò Pavese: un pugno al futuro!2 min read

Circa 10 mesi fa, di ritorno dalla nostra riunione in Oltrepò Pavese, che ci aveva presentato una realtà molto frastagliata, dove accanto a “fari” -punte di alta qualità e a tante piccole aziende che cercavano (e cercano) di crescere, si trovava tanto mare in tempesta, alias tanto vino di basso o bassissimo profilo, pubblicavamo una notizia che ci aveva fatto ben sperare e cioè l’accordo tra i due principali soggetti della filiera produttiva dell’Oltrepò, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e il Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese.


Questi due enti avevano deciso, a marzo 2019 non solo di tornare a parlarsi ma di programmare assieme il futuro del territorio.
Un territorio che ha tanto bisogno di chiarezza e di indicazioni precise, ma purtroppo quello che è successo ieri va proprio nella direzione opposta.
Ancora una volta si parla di vino contraffatto spacciato per DOC e IGT, vini prodotti con uve non certificate venduti come biologici, altri addizionati con aromi. Nel completo articolo di Italia a tavola troverete tutte le informazioni su questa tragica vicenda per il vino locale, ma qui quel che a noi interessa è capire come potranno reagire questi enti e soprattutto cosa succederà ora che la principale cantina sociale dell’Oltrepò Pavese (e quindi una di quelle che conta di più nel Distretto) è implicata mani e piedi nella più classica delle frodi enologiche, quella dove si contraffà e si vende a poco vino che in realtà costa pochissimo.

Come reagirà il consiglio? L’accordo tra Distretto e Consorzio reggerà oppure si tornerà ad una “guerra di posizione”, che si tradurrà velocemente in un  assoluto immobilismo?

Ci domandiamo quanta voglia avranno i produttori di qualità dell’Oltrepò, in particolare quelli che cercano anche di riportare a livelli umani un vino/vitigno come la Bonarda, di puntare ancora su questa denominazione.

Una frode di quelle che fanno male, sia perché vi è implicata una cantina molto importante per la zona (nonché altri produttori) sia perché il nome Oltrepò Pavese ne esce ulteriormente impoverito a tutti i livelli.


Il Consorzio ha emesso un comunicato ufficiale, mentre il Distretto tace.

Questa proprio non ci voleva. Dalle nostre parti si dice “Agli storpi grucciate!”

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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