Circa 10 mesi fa, di ritorno dalla nostra riunione in Oltrepò Pavese, che ci aveva presentato una realtà molto frastagliata, dove accanto a “fari” -punte di alta qualità e a tante piccole aziende che cercavano (e cercano) di crescere, si trovava tanto mare in tempesta, alias tanto vino di basso o bassissimo profilo, pubblicavamo una notizia che ci aveva fatto ben sperare e cioè l’accordo tra i due principali soggetti della filiera produttiva dell’Oltrepò, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e il Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese.
Questi due enti avevano deciso, a marzo 2019 non solo di tornare a parlarsi ma di programmare assieme il futuro del territorio.
Un territorio che ha tanto bisogno di chiarezza e di indicazioni precise, ma purtroppo quello che è successo ieri va proprio nella direzione opposta.
Ancora una volta si parla di vino contraffatto spacciato per DOC e IGT, vini prodotti con uve non certificate venduti come biologici, altri addizionati con aromi. Nel completo articolo di Italia a tavola troverete tutte le informazioni su questa tragica vicenda per il vino locale, ma qui quel che a noi interessa è capire come potranno reagire questi enti e soprattutto cosa succederà ora che la principale cantina sociale dell’Oltrepò Pavese (e quindi una di quelle che conta di più nel Distretto) è implicata mani e piedi nella più classica delle frodi enologiche, quella dove si contraffà e si vende a poco vino che in realtà costa pochissimo.
Come reagirà il consiglio? L’accordo tra Distretto e Consorzio reggerà oppure si tornerà ad una “guerra di posizione”, che si tradurrà velocemente in un assoluto immobilismo?
Ci domandiamo quanta voglia avranno i produttori di qualità dell’Oltrepò, in particolare quelli che cercano anche di riportare a livelli umani un vino/vitigno come la Bonarda, di puntare ancora su questa denominazione.
Una frode di quelle che fanno male, sia perché vi è implicata una cantina molto importante per la zona (nonché altri produttori) sia perché il nome Oltrepò Pavese ne esce ulteriormente impoverito a tutti i livelli.
Il Consorzio ha emesso un comunicato ufficiale, mentre il Distretto tace.
Questa proprio non ci voleva. Dalle nostre parti si dice “Agli storpi grucciate!”