Falsificate 11.000 bottiglie di Tignanello1 min read

I NAS di Firenze e Cremona hanno scoperto e bloccato tre persone che avevano già messo in commercio ben 11.000 bottiglie di falso Tignanello, il famoso e storico  rosso di Antinori. Naturalmente nella bottiglia c’era del vino di scarsa qualità e ignota provenienza,

Le indagini sono partite nel 2017 dalla segnalazione di una tipografia di Pistoia che aveva ricevuto un ordine di quasi cinquemila etichette del vino.  Vino che veniva venduto in Italia ma soprattutto all’estero, in particolare Germania e Belgio.

In precedenza le etichette erano state contraffatte e stampate in Cina, terra che le nostre inchieste sui falsi nel vino ha riconosciuto come patria della falsificazione enoica.

Pare che l’etichetta avesse anche dei piccoli refusi, non si sa se per incapacità o vezzo degli stampatori cinesi.

Come detto alla fine il cerchio si è stretto attorno a tre persone, due di origini mantovane e una proveniente dal napoletano: una di queste adesso è in galera e le altre due agli arresti domiciliari, ma altre tre persone (da chi stampava i cartoni e chi commercializzava il vino) risultano indagate.

Questa è l’ennesima dimostrazione di come il mondo del vino sia sempre più al centro di interessi fraudolenti, che portano purtroppo anche a forti guadagni illeciti. Infatti se si considera che il “prodotto” potesse costare al massimo 3-4 euro, rivendendolo magari a 30 si fa alla svelta ad arrivare a cifre molto interessanti.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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