Ormai anche le brutte notizie ti arrivano in ritardo e così ho saputo solo adesso che sabato scorso se n’è andato, all’età di 82 anni Nick Belfrage. Aveva da tempo il morbo di Parkinson e già le ultime notizie di qualche mese fa non erano buone.
Nicolas, ma tutti lo chiamavano Nick, non solo era un Master of Wine ma è stato quello a cui tutti coloro che hanno seguito o stanno seguendo questa difficilissima ma fondamentale strada in Italia devono dire grazie.
E’ stato infatti il primo, agli inizi degli anni ’90 a parlare di MW non solo ai produttori ma anche a giornalisti e appassionati. Si deve a lui il primo pre-corso per MW che si svolse a Capezzana nel 1996 e personalmente lo devo ringraziare perché è stata la persona che mi ha convinto ad andare oltre l’asfittico orticello italico, seguendo il corso per MW ma non solo.
Era una persona estremamente disponibile, di una gentilezza e aplomb “british” anche se era nato negli Stati Uniti. Aveva idee molto chiare sul vino e non per niente è stato uno dei più famosi importatori di vino italiano in Inghilterra.
Mi ricordo una delle prime chiacchierate su come fare a riconoscere alla cieca un vino italiano tra molti di varie nazioni “E’ semplice. Parlando di rossi se ha l’alcol alto e i tannini ruvidi e non integrati al corpo e all’acidità è sicuramente italiano” Lì per lì ci rimasi malissimo ma andando avanti dovetti dargli ragione perché in quegli anni quello era “il taglio” dei rossi italiani.
Perché Nick il vino lo conosceva.
Erano anni che non lo vedevo ma in questo momento ho preso in mano un suo libro “Brunello to Zibibbo” che oramai, pur essendo del 2001 è quasi un libro di storia che tutti dovrebbero leggere perché inquadra in maniera precisa “l’epopea” del vino italiano, quei venti anni che ci hanno fatto passare da parvenù a protagonisti del vino di qualità. Tra l’altro secondo alcuni giornalisti importanti tra cui Burton Anderson è stato il creatore del termine Supertuscan.
Di quel periodo “supertuscan” Nick è stato primo artefice e per questo non sarà mai dimenticato.