Due anni fa non sapevamo ancora che stesse per iniziare uno dei periodi più tristi e difficili degli ultimi 40-50 anni, quello in cui il Covid ci costrinse ad uno snervante lookdown, ma eravamo tristi lo stesso perchè 24 ore prima si era spento Daniel Thomases.
Il funerale in un disadorno cimitero ebraico di Firenze, in una giornata anch’essa disadorna di sole e di spirito primaverile, è ancora vivo in me assieme al dispiacere di non essere andato a trovarlo nell’ultima sua dimora a pochi chilometri da Firenze, dove si stava spegnendo neanche tanto lentamente.
Era forse una persona difficile Daniel, magari tormentata, ma nel nostro mondo è stato un maestro e un esempio.
Grande passione e grande conoscenza si fondevano ad un carattere vulcanico.
Amo pensare che fossimo amici, che la sua scelta di collaborare con noi derivasse dal rispetto che provava per la nostra testata e di questo ero e sono onorato.
Oggi è una giornata come quella al cimitero ebraico di due anni fa e anche oggi le notizie tristi non mancano.
Ciao Daniel, spero che adesso tu sia in un luogo migliore di questo.