Se dovessi trovare un colpevole nel complesso romanzo “giallo” (anche nel senso del colore del vino più bevuto in zona) di Matteo Bellotto non avrei dubbi, indicherei il vino. Allo stesso tempo se dovessi salvare da una possibile dannazione un personaggio del libro non avrei altrettanti dubbi, salverei il vino.
Spiegarvi il perché del mio ragionamento mi porterebbe a parlare di troppi particolari di questa quasi opera prima (in precedenza Matteo ha dato alle stampe un bel libro di racconti) e quindi dovrete scoprirlo da voi.
Posso solo anticiparvi alcuni tratti di questa storia tragicamente semplice ma intricata fin nel profondo.
Siamo nel Friuli più nascosto, in un paese il cui nome sembra fatto apposta per non essere detto, in quelle terre dove, appunto, la parola non è un genere di prima necessità. Ci sono altre priorità, ma messe tutte assieme ti fanno sentire in una gabbia, da cui Tarcisio, il protagonista, decide di fuggire ma in cui ritorna e vede compiersi il suo destino.
Ho detto che la parola, intesa come modo per comunicare concetti importanti, non è basilare: al suo posto esistono gli sguardi, le tradizioni, le regole non scritte e soprattutto il vino. Il vino che sembra, in certi momenti, assuma forma fisica e accompagni le scelte di Tarcisio e dei suoi paesani, il vino che lontano da casa ha nostalgia della vigna dove è nato e quindi cambia il suo carattere, il vino che svolge il ruolo di paciere e di demone.
Ma torniamo a Tarcisio, alla sua famiglia, ai suoi “amici” (sono amici quelli che conosci da una vita?) e al suo paese dove, parafrasando Tomasi di Lampedusa “Non cambia niente per non far cambiare niente”.
All’interno di questo paese messo in gabbia da se stesso Matteo delinea, con stile asciutto e concreto, destini che si incrociano e si compiono, fino ad un imprevisto finale che vi farà venire voglia di un buon bicchiere di vino, magari di quello che il Boga, oste cieco ma che tutto vede, serve nella sua frasca.
Un libro senza compromessi che si legge in un fiato anche perché la prosa di Matteo, la storia e l’ambiente in cui si svolge, talvolta ti tolgono il fiato.
Matteo Bellotto, Di terra e di vino.
Edizioni Biblioteca dell’immagine
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