Da Matteo Bellotto Il modo più bello per spiegare il pinot bianco2 min read

Matteo Bellotto è un giovane friulano che vive e lavora da anni nel mondo del vino. Ha scritto un libro dal titolo “Storie di vino e di Friuli Venezia Giulia”, che è un insieme di storie dove vini, persone e terra friulana si incrociano.

Uno dei molti piccoli racconti del libro è dedicato al pinot bianco, un vitigno che personalmente amo moltissimo e che qui viene presentato “in veste friulana” ,con parole che toccano il cuore e illuminano la mente. Ho chiesto a Matteo di poterlo pubblicare e gentilmente ha acconsentito. Naturalmente se volete leggere gli altri racconti… basta comprare il libro.

La Festa Nascosta

Il Pinot Bianco è come un friulano vestito a festa. Elegante, capace di sfoggiare una timida bellezza nascosta solitamente e che bisogna saper cercare. Il Pinot Bianco va ascoltato più attentamente perché sussurra, non grida, e va letto tra le righe perché parla per metafore. Il Pinot Bianco non è mai arrogante, sempre educato ed è per questo che rischia di passare inosservato.

Non salta la fila, sorride e saluta, raccoglie da terra ciò che gli altri lasciano e si apre soltanto a coloro che sono capaci di ascoltare e non di pensare a cosa dire mentre qualcuno parla.

Matteo Bellotto

Il Pinot Bianco, sulle colline del Friuli, è arrivato 150 fa. È un po’ come fosse un emigrante, che ha imparato il friulano senza perdere il suo accento originario. È uno dei tanti che hanno scelto la Francia, il Belgio, la Svizzera o il Lussemburgo per mantenere le famiglie lontano dai luoghi e ritrovarsi d’estate sul Lago dei tre Comuni, a mischiar friulano e francese. Il francese parlato dei vecchi emigranti ha una cadenza violenta come l’odore di zolfo. Dentro c’è la rabbia, ma anche l’eleganza dei ritornati a casa, che portano il frutto del lavoro, lasciando lontano il sudore. Il Pinot bianco ha imparato il friulano senza perdere il suo accento francese e questo lo rende elegante e malinconico, perché capace di nascondere la fatica del farlo.

In bocca, come ricordato, nasconde qualcosa, come al primo appuntamento con una donna con cui si vuol far colpo, tenendo col braccio dietro la schiena un mazzo di fiori.

Il Pinot Bianco è un’anima gentile. Come spesso accade serve qualcuno che arriva da lontano e sia capace di farci notare quanto siamo belli. I vitigni piantati in Friuli riescono ad esaltare il sapore del Friuli stesso, senza mai perdere il loro accento, ma regalando sempre fiori, con eleganza, gentilezza e sorriso.

 

Matteo Bellotto

Storie di Vino e di Friuli Venezia Giulia

Edizione Biblioteca dell’Immagine

12 euro.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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