Degustazioni bianchi del Friuli Venezia Giulia: 2021 ottima annata ma non a 360°5 min read

Eccoci a parlare di  Friuli Venezia Giulia, una delle regioni italiane a cui dedichiamo, giustamente, più  attenzione: una settimana di degustazioni ha permesso  di farci un quadro ampio e approfondito. Per questo grazie al  Consorzio delle DOC Friuli Venezia Giulia e al Consorzio dei Colli Orientali che ci hanno messo a disposizione quella che è un po’ il futuro del vino in regione e non solo, la Tasting Academy, luogo dove anche i semplici appassionati possono comprendere appieno un territorio.

Fino alla scorso anno puntavamo il nostro focus esclusivamente sui bianchi, ma quest’anno c’è una novità, cioè l’allargamento della nostra guida anche ai rossi friulani: parte li abbiamo degustati in coda agli assaggi dei bianchi e parte li degusteremo a partire da settembre, così da parlarvene a ottobre.

Ma veniamo ai bianchi, figli annunciati di una grande vendemmia. Questo emerge se andiamo a consultare i dati relativi all’andamento della scorsa annata nei Colli Orientali, reperibili nel basilare lavoro che ogni anno i tecnici del Consorzio presentano, che potrete trovare qui e che cercheremo di riassumere in pochissime parole.

In sintesi: primavera fredda  con una gelata avvenuta ai primi di aprile, giugno caldo e temperature altalenanti per il resto della stagione, senza lunghi picchi di calore e con un elevato sbalzo termico giorno/notte in vendemmia. Le piogge: partendo da buona disponibilità idrica ad inizio stagione, hanno visto un maggio molto piovoso e una  successiva siccità estivo-autunnale e quindi anche durante la lunga stagione della vendemmia friulana. Germogliamento: fioritura e invaiatura sono arrivate in leggero ritardo rispetto alle medie ma anche la vendemmia è iniziata più tardi, così da avere praticamente un ciclo della vita nella norma per i bianchi (da 133 giorni per il sauvignon ai 146 della Ribolla).il ciclo vegetativo è stato nella media ma  “traslato di almeno una settimana”. In generale c’è stato un maggiore accumulo zuccherino, con acidità in media e pH inferiori alla media storica .

Da questi dati, che riguardano in primis i Colli Orientali ma che sicuramente possono essere presi per misurare anche l’annata del Collio e dell’Isonzo,  si preannunciavano vini  molto interessanti. Vediamo se  negli assaggi abbiamo ritrovato la vendemmia di alto profilo presentata dai tecnici.

Pinot Grigio

Chi ci segue sa come spesso siamo stati  drastici nel giudicare i vini dal vitigno più piantato in Friuli. Più volte abbiamo sottolineato o la povertà strutturale di tanti vini d’annata  o, all’opposto,  la spesso insopportabile voglia di strafare e di creare vini “marketing oriented” di tante selezioni. I Pinot Grigio dell’annata 2021 e le selezioni del 2020 vanno per fortuna aldilà di queste categorie, presentando da una parte vini semplicemente ben fatti, equilibrati, con i classici profumi (non certo molto intensi, ma quelli sono) del vitigno e dotati di una piacevolezza che non si basa su zuccheri residui ma su una giusta maturazione delle uve. I 2020 invece hanno corpo ma non sono oberati da legno  e  mostrano una dinamicità e una sapidità sorprendente.  Rispetto a pochi anni fa c’è stato un grande cambiamento e di questo siamo felici.

 Voto all’annata 2021 (e ai 2020 degustati):  8

Chardonnay

I pochi Chardonnay degustati (anche il fatto di averne avuti pochi è un segnale) non hanno purtroppo seguito la falsariga del Pinot Grigio, presentandoci vini molto semplici e ben poco caratterizzati: corpi sufficienti nei migliori dei casi, aromaticità poco espresse che puntano più sul floreale  parlano comunque d un vitigno  su cui molti produttori puntano  sempre meno.

Voto all’annata 2021: 5

Ribolla gialla

Ribolla Gialla in grande spolvero con corpi che non si sentivano da tempo. Magari meno fresche ma più grasse e con nasi dove frutta e  fiori sono ben presenti accanto a note minerali. Per assurdo è un’annata “troppo” buona, con vini che puntano meno sul cavallo di battaglia del vitigno, l’acidità,  però praticamente tutti abbastanza rotondi e molto piacevoli. Non ci sono altissimi voti tra i vini degustati ma la media è forse la più alta degli ultimi 10 anni. Interessante anche la parte aromatica, sempre carente nel vitigno, che invece nel 2021 ha una elegante e fine espressività. Sicuramente al vitigno, il più tardivo tra i bianche fermi, ha giovato un settembre caldo, senza grandi precipitazioni e con notti fresche.

Voto all’annata 2021: 9

Friulano

Dopo un 2020 difficile ecco un 2021 di grande pregio. Vini con rotondità, grassezza e anche freschezza: bocche reattive e di bella lunghezza, con un avvicinamento qualitativo (non solo su questo vitigno)  tra Colli Orientali e Collio, naturalmente  mantenendo le classiche differenze territoriali. Aromi per niente sparati ma con note adesso fruttate e floreali, con in sottofondo l’anice e una vena di frutta secca (mandorle e noci). Interessante la freschezza che non è mai un punto di forza del vitigno, mentre in questo caso, forse grazie a pH più bassi, diventa componente importante.

Nei nostri assaggi anche diversi 2020, con purtroppo conferma del grande divario tra le due vendemmie, accentuato dal fatto che l’uso del legno porta solo appiattimento e mai una spinta in più.

Molti i vini degustati e molti i vini top, con qualche riconferma e alcune sorprese importanti. Anche se il Friulano è da sempre nelle mostre corde un’annata così (forse un filino inferiore alla 2019) è da incorniciare.

Voto all’annata 2021: 8.5

Nel prossimo articolo parleremo di Sauvignon, Pinot Bianco, Malvasia e delle altre uve  bianche (riesling, traminer aromatico, etc) presenti in zona.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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