Degustazione Rosso di Montalcino 2019: equilibrio, freschezza, dignità2 min read

Crediamo sia la prima volta che parlando di Montalcino dedichiamo un articolo al Rosso. Questo perché fino ad ieri, nonostante tutto quello che dicevano i produttori, per noi restava un prodotto non ancora ben compreso e spesso interpretato “alla bisogna”, cioè seguendo quanto suggeriva il momento e il mercato. C’erano, bisogna ammetterlo, non pochi produttori che puntavano seriamente su questo vino ma il panorama era troppo variegato e, alla fine, i risultati non giustificavano uno spazio a se stante. Per esempio, senza andare tanto lontano, la vendemmia 2018 ci aveva deluso e quindi ci siamo approcciati alla 2019 con attenzione e buone speranze, ma piuttosto incerti sul risultato finale.

Il risultato finale è stato che il Rosso di Montalcino 2019 è un vino che, sfruttando una grande vendemmia, è riuscito a sdoganarsi dal fratello maggiore, trovando una sua strada precisa che potrebbe essere delineata da tre parole: equilibrio, freschezza e dignità. I primi due aggettivi riguardano le caratteristiche dei vini, l’ultima interessa i produttori.

La vendemmia 2019, anche in altre zone della Toscana, è stata un’annata che sta andando oltre le aspettative. Per la prima volta da diversi anni sono mancati (quasi completamente) quei fenomeni tipo gelate, siccità, caldo torrido, piogge forti in periodi sbagliati, che rendono difficile trovare e far trovare il giusto equilibrio ai vini.

I Rosso di Montalcino 2019 si sono giovati di queste caratteristiche sia nell’immediato, con profumi intensi e tannini importanti ma levigati, che per quanto riguarda il futuro, con una freschezza di base e una dinamica pienezza che fanno ben sperare per un eventuale invecchiamento. Diciamo eventuale perché molti sono talmente buoni che sarà difficile rimangano tappati per molto tempo.

Ma è il terzo termine quello che fa della vendemmia 2019 un punto di svolta per Il Rosso di Montalcino. Molti produttori hanno capito che per crescere non basta produrre un vino (il Brunello) che si vende praticamente da solo ma occorre impegnarsi per dare di sé un’immagina più ampia, più precisa, più completa e che non dipenda solo da un vino quasi  d’annata mandato “in avanscoperta”. Dal Rosso di Montalcino oramai si riconosce lo stile di un produttore di Brunello e questo, aldilà della bontà del vino, è fondamentale per un mercato che mette in campo un notevole numero di etichette, che oggi si vendono da sole ma che in futuro (fermo restando alcuni cambiamenti climatici in atto) dovranno essere giocoforza selezionate, anche perché il mercato di alta fascia vuole sempre più vini “narrati” e con caratteri riconoscibili.

Quindi con l’ottima vendemmia 2019 il Rosso di Montalcino ha acquisito dignità e si pone sul mercato da solo,  non a traino del Brunello ma addirittura come “traino del Brunello”.

Come vedrete dai nostri assaggi diversi vini hanno ottenuto bei punteggi ma ci piace sottolineare come ben pochi non li abbiano raggiunti, segno che questa nuova dignità si sposa anche e soprattutto ad una crescita tecnica, sia in vigna che in cantina.

Insomma, benvenuto Rosso di Montalcino tra gli adulti!

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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