Degustazione Morellino di Scansano: le Beaujolais Village est arrivé!3 min read

Tranquilli, non abbiamo sbagliato il titolo dell’articolo e tantomeno siamo impazziti.  Quelli più attenti avranno visto che nel nostro titolo, solo all’apparenza paradossale, si parla del Village e non del Noveau. Quindi non ci riferiamo al vino che dura l’arco di un autunno ma a quello che è stato cannibalizzato da quest’ultimo e che solo da poco sta riprendendo la posizione e il ruolo di prodotto sicuramente molto piacevole che però ha tutte le carte in regola per durare nel tempo.

I nostri assaggi del Morellino di Scansano, che a causa Covid si sono svolti praticamente in due “riprese”, ci hanno confermato quanto questo vino toscano paghi un dazio di  fama qualitativa che prima o poi dovrà essere “smascherato”.

Infatti il Morellino di Scansano da qualche anno si trova in mezzo ad una specie di guado: da una parte gli “enofili appassionati” lo snobbano perché si è fatto la fama (sbagliatissima) di vino ipersemplice, dall’altra gli acquirenti non esperti da GDO lo trovano spesso troppo caro (in realtà si trovano ottimi Morellino di Scansano – purtroppo- attorno ai 6 euro) e gli preferiscono dei vini DOC o IGT di prezzo inferiore o di denominazioni più “mediatiche”.

Questo guado sembra, almeno da quanto ci ha detto il direttore del Consorzio di Tutela, che almeno per il vino sfuso stia per essere in parte superato, grazie a prezzi che nell’ultimo anno sono cresciuti arrivando a sfiorare i 300 euro al quintale, ma per l’imbottigliato la situazione è molto più complessa e difficile.

Detto questo veniamo a parlare dei nostri assaggi che per quanto riguarda i Morellino 2019 ci hanno presentato un quadro estremamente positivo. Abbiamo degustato vini non solo profumatissimi, non solo rotondi e piacevoli ma quasi sempre dotati di un giusto nerbo, di una tannicità ben gestita e presente. Magari non dureranno per molti anni ma la loro bella figura nell’arco dei prossimi 3-4 anni la fanno sicuramente. Poi vai a vedere i prezzi e trovi che molti di questi vini costano meno di 10 euro (anche molto meno) e ti domandi  perché non ci siano code per accaparrarseli.

Maremma, terra del Morellino di Scansano.

Ma il Morellino di Scansano può vestire pure i panni  di vino importante e strutturato, anche senza scomodare la tipologia Riserva. Ne abbiamo avuto la prova grazie ad un 2017 che non ha niente da invidiare ai rossi più importanti di quell’annata calda e difficilissima.

Se poi passiamo ai Riserva la conferma dell’importanza gustativa che può assumere un Morellino è chiara ma nasconde un rischio, la voglia di strafare, non solo in alcol (facilissimo da quelle parti) ma anche in tannicità asciutta e in uso sbagliato del legno. Forse si vuole un po’ “strafare” per far capire le reali possibilità del territorio ma ai Morellino Riserva quello che manca non è certo il corpo ma l’equilibrio tra le componenti.

Per chiudere vi racconto una storiella: Qualche mese fa mi telefona un caro amico giornalista, più addentro al mondo del cibo che del vino, anche se nel secondo non è certo uno sprovveduto. Dopo i saluti di rito mi fa una domanda  “Ho comprato in un grande ipermercato un Morellino di Scansano (mi fa nome e cognome) ad un prezzo irrisorio, cioè meno di 6 euro. Ho aperto la bottiglia pensando, visto il prezzo, di avere a che fare con un vinello e invece era buonissimo, con giusto corpo, profumato. Tu che conosci la zona mi spieghi se c’è un inghippo e io non l’ho capito?”

Naturalmente gli ho spiegato che non c’era nessun inghippo e che purtroppo tanti Morellino non riescono a schiodarsi da prezzi di puro realizzo.  Ha chiuso la chiamata dicendo “Torno subito all’ipermercato a comprarne 12 bottiglie, non vorrei non trovarlo più!”

Spero che molti seguano il consiglio del mio amico giornalista: con i 2019 e più in generale con i vini che hanno preso più di 80 punti (e sono molti) andrete sul sicuro.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE