Il Lambrusco è semplicissimo se lo bevi e complicatissimo se lo studi.
Un bicchiere di Lambrusco, specie se di Sorbara o Grasparossa, si capisce e si apprezza al volo, mentre se cerchi di capire le varie denominazioni e tipologie ti ritrovi in un labirinto di nomi, sigle, attribuzioni dal quale è difficilissimo tirarci fuori le gambe.
Quindi meglio assaggiarlo e noi questo abbiamo fatto al Consorzio del Lambrusco (che ringraziamo), trovandoci di fronte una serie di vini veramente interessanti.

Anche se il miglior vino dei nostri assaggi è un Grasparossa partiamo dai Sorbara, dove il termine finezza e freschezza è alla base di ogni ragionamento. I Lambrusco di Sorbara, con colorazioni sempre meno tenui e profumi sempre più intensi di frutta di bosco ci hanno colpito soprattutto per la finezza della bollicina: sia che si tratti di spumante o frizzante, la bollicina è quasi sempre fine, addirittura cremosa, avvolgente e questo nobilita il vino, portandolo sullo stesso campo di tante bollicine da vitigni reputati più blasonati.
La finezza della bolla l’abbiamo ritrovata anche nei Grasparossa, specie nella tipologia rosati, e un’altra bella caratteristica sia dei Sorbara che dei Grasparossa è l’essere in gran parte secchi ma per niente amari o ruvidi, anzi. Un balzo in avanti qualitativo importante, anche se non possiamo far finta di non vedere alcune interpretazioni con difetti che oggi non dovrebbero esistere.
Queste problematiche si trovano quasi totalmente nelle altre tipologie, Nei lambrusco Reggiano, di Modena e anche Salamino, pur se quest’ultimo presenta alcune interpretazioni che uniscono una buona qualità a prezzi veramente interessanti.
A proposito di prezzi, anche qui il mondo del Lambrusco, grazie ai metodo classico, raggiunge cifre importanti, creando però una netta divisione, soprattutto commerciale, che alla fine rende ancor più farraginosa la comprensione generale.

Però mano a mano che assaggiavamo e notavamo l’aumento della qualità ci siamo convinti di una cosa: il Lambrusco, specie se riesce a rendere più facile la comunicazione delle sue molte denominazioni e tipologie è il vino del futuro! Infatti ben pochi vitigni hanno la duttilità di un sorbara, di un grasparossa o di un salamino e spesso i vini che nascono da queste uve, hanno quello che serve oggi per sfondare: alcol equilibrato, freschezza al palato, gastronomicità assoluta, prezzi molto interessanti (almeno tra i frizzanti) e, last but not least, un buon numero di bottiglie da mettere sul mercato.
Su queste cinque caratteristiche, su queste cinque dita di una mano, il mondo del lambrusco “in toto” è logico che si avvicini sempre più a consumatori che, per fortuna, non hanno in testa le stesse idee preconcette che si possono trovare nella mia generazione o in quelle vicine, quando il Lambrusco era visto con un certo distacco.
Oggi invece i migliori Lambrusco sono vini di alto profilo e lo potrete “toccare con bocca” degustando i migliori dei nostri assaggi, che ci hanno portato a trovare 4 Vini Top e una serie di almeno altre 30 etichette di alto livello.