Conosco Davide Ferrarese da almeno 20 anni e così quando ho aperto “Una vita di vigna” mi è sembrato di avere a che fare con un’altra persona, perché tanto è semplice e diretto il suo modo di porsi tanto sembra (ripeto sembra) complesso questo libro.
Il titolo mi ha fatto venire in mente la canzone di Ligabue “una vita da mediano” e pensandoci bene l’ agronomo può essere definito il mediano del vino, quello che costruisce con attenzione l’azione/uva, la porta avanti e poi la “passa” all’enologo/centravanti che in cantina deve raggiungere l’obiettivo cioè, per dirla in inglese, il goal.
Un consiglio per i meno esperti di viticoltura: non consultate il corposo indice all’inizio perché vi darebbe un’idea sbagliata del libro che sembra complesso ma che in realtà riesce a portare a termine un compito difficilissimo ma fondamentale, quello di farci capire ciò che ogni anno vediamo in un vigneto e nell’uva ma che spesso non comprendiamo se non ci viene spiegato da un esperto.

Ma in questo libro Davide fa molto di più, senza farti durare la minima fatica ti porta in vigna e ti insegna praticamente tutto quello che si può sapere e si dovrebbe fare per gestire bene un vigneto, spiegandoti le differenze, per esempio, tra scacchiatura, spollonatura e sfogliatura.
Vabbè, lo ammetto, in qualche punto i termini tecnici sono numerosi ma bastano poche righe per ritrovare un linguaggio che tutti possono comprendere.
Il grande Giulio Gambelli, l’uomo che ha creato i più grandi sangiovese della Toscana, riusciva a comunicare con i produttori utilizzando solo verbi e sostantivi, mai aggettivi: spiegava quello c’era da fare e come farlo. Davide fa lo stesso e, spaziando in tutto il Piemonte e anche oltre, riesce a portarti nel vigneto e a mostrarti cosa fare. Il risultato sarà che, alla fine del libro, magari avendo sottolineato alcune parti, non vedrete più una vigna ma un essere animato che purtroppo non parla ma che vuole essere compreso e aiutato a crescere.
Davide Ferrarese, Una vita di vigna
Edizioni Epoké, 38 Euro