Cosa mangiare se il Covid vuole mangiarvi4 min read

Circa due anni fa abbiamo recensito un libro, “Il cibo ideale”, di Francesca Pirozzi, una ragazza che purtroppo non è più tra noi. Francesca dal suo letto d’ospedale scrisse una tesi di laurea sull’alimentazione dei pazienti in chemioterapia.

Si era diplomata all’Istituto Alberghiero di Serramazzoni, poi continuò ad occuparsi di alimentazione ma da un altro punto di vista, iscrivendosi alla facoltà di Farmacia dell’Università di Modena, corso di Erboristeria. Francesca voleva rendersi utile, come diceva lei stessa, in qualunque cosa facesse e così è stato fino all’ultimo, fino a quando un linfoma non Hodgkin ad agosto del 2016 ha avuto la meglio. Aveva 24 anni.

La tesi di Francesca è stata ed è tuttora veramente utile, scritta in maniera semplice ma efficace è diventata un libro, una sorta di manuale per chi si trova a dover convivere con il cancro sotto trattamento chemioterapico.

Grazie all’impegno e alla forte e decisa volontà del papà Marco, dal libro è nata la Fondazione Francesca Pirozzi che si occupa di alimentazione e che ha tra i suoi scopi principali quello di contribuire alla ricerca del Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell’Università di Urbino i cui ricercatori stanno lavorando all’identificazione e allo sviluppo di una classe di composti in grado d’indurre una spiccata attività biologica nei confronti delle cellule tumorali.

Recentemente la Fondazione ha organizzato un evento di due giorni (8 e 9 maggio scorsi) dal titolo “Il cibo ideale – Maratona per una sana alimentazione” dove 80 tra medici, nutrizionisti, produttori, e chef hanno parlato di come il cibo influisca sulla salute, per scoprire gli aspetti più importanti e utili per una sana alimentazione.

Sarebbe impossibile in queste righe anche solo riassumere le decine di interventi che si sono succeduti nella due giorni e chi fosse interessato può andare ad ascoltarli sul sito della Fondazione www.fondazionepirozzi.it . Vale però la pena soffermarsi su alcuni interventi soprattutto per la loro attualità.

Si è parlato immancabilmente di Covid. Luca Imperatore, oncologo, ha spiegato gli effetti del virus sugli organi del corpo umano, soprattutto polmoni, cuore, reni intestino.

I dati recenti ci dicono che le nuove infezioni diminuiscono e allora si parla soprattutto di sindrome post-Covid, che interesserà dal 50 al 80% di coloro che hanno contratto il virus. I sintomi sono una stanchezza generalizzata (astemia) e anche deficit cognitivi fino alla depressione.

L’ipotesi prevalente parla di danno causato da un difettoso apporto di sangue all’organismo. Detto in sintesi, diventa allora importante un’alimentazione corretta per fortificare il sistema immunitario sia a scopo preventivo che per non aggravare gli effetti della malattia. Quindi dare la precedenza a pesce azzurro di piccola taglia (sarde sgombri e acciughe), uova, asparagi, spinaci, cavolo e cavolini di Bruxelles soprattutto, riso e latte, cipolle e noci tanto per citare gli alimenti anche di più facile reperibilità.

Occhio poi a non ingrassare troppo (un rischio concreto in periodo di pandemia), si ricordi che l’obesità si valuta misurando all’altezza dell’ombelico la circonferenza con un metro da sarto: se si superano 102 centimetri per gli uomini e 88 per le donne c’è da preoccuparsi. La pandemia ha messo a dura prova anche le abitudini alimentari. Non c’è una dieta ideale, il cibo ideale di fatto consiste nella varietà dell’alimentazione. Niente di nuovo, mangiamo di tutto ma senza strafare.

Nel corso dell’evento si è parlato anche di vino, per la precisione di Bianchello del Metauro anche perché l’evento ha avuto luogo a Pesaro.

Carla Fiorini e Tommaso Di Sante, rappresentanti di due aziende vinicole produttrici del Bianchello, hanno raccontato il progetto “Bianchello d’autore” pensato per valorizzare questo vino che nasce da un vitigno autoctono chiara espressione di un territorio e conosciuto già in epoca romana. E’ nata così pochi anni fa un’associazione tra i produttori che va oltre il classico consorzio convinta che sia giunto il momento di superare quel “gap reputazionale” del Bianchello, ovvero credere fermamente nella qualità del prodotto, lavorare insieme superando quelle divisioni tra produttori che hanno caratterizzato il passato anche recente, dato che secondo i protagonisti dell’incontro ci sono tutte le premesse per apprezzare la qualità e la tipicità del prodotto.

Il lavoro della Fondazione Francesca Pirozzi è importante e soprattutto utile: sul sito ci sono le registrazioni dell’evento Maratona Cibo Ideale con degli incontri veramente interessanti (si parla di miele, di cioccolato, di farine e grani, pesca sostenibile, di spuntini gourmet e così via) e soprattutto si può fare una donazione per sostenere il progetto di ricerca della Fondazione stessa, cosa questa molto, molto utile.

Fabrizio Calastri

Nomen omen: mi occupo di vino per rispetto delle tradizioni di famiglia. La calastra è infatti la trave di sostegno per la fila delle botti o anche il tavolone che si mette sopra la vinaccia nel torchio o nella pressa e su cui preme la vite. E per mantener fede al nome che si sono guadagnato i miei antenati, nei miei oltre sessant’anni di vita più di quaranta (salvo qualche intervallo per far respirare il fegato) li ho passati prestando particolare attenzione al mondo del vino e dell’enogastronomia, anche se dal punto di vista professionale mi occupo di tutt’altro. Dopo qualche sodalizio enoico post-adolescenziale, nel 1988 ho dato vita alla Condotta Arcigola Slow Food di Volterra della quale sono stato il fiduciario per circa vent’anni. L’approdo a winesurf è stato assolutamente indolore.


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